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La droga nell'acqua per smascherare i terroristi

La ricerca di sostanze psicoattive negli scarichi è una delle soluzioni proposte dal progetto europeo I-see per individuare i covi dei criminali

Non è una novità che la criminalità organizzata facci uso "di potenti sostanze psicoattive", tra cui "miscele capaci di aumentare l''aggressività o determinare uno stato di esaltazione", "come il famoso captagon usato anche nelle stragi di Parigi e Nizza dai terroristi dell''Isis". A spiegarlo è una noto diffusa in occasione della conferenza finale del progetto europeo 'I-see' per il rafforzamento dello scambio di informazioni sulle sostanze psicoattive tra Italia, Slovenia e Croazia che si è svolta a Firenze. 

Una delle proposte avanzate dagli studiosi di tossicologia riuniti per l'evento è proprio quella di individuare la presenza di droghe sintetiche nelle acque reflue per aiutare gli investigatori a scoprire i covi delle organizzazioni criminali, comprese quelle terroristiche. I loro membri, infatti, fanno spesso largo uso di queste sostanze capaci di aumentare l'aggressività o indurre uno stato di esaltazione mentale. 

"Il progetto ''I-see'' rappresenta un valore aggiunto per l''intera Unione Europea" ha detto Elisabetta Bertol, coordinatrice del progetto e responsabile dell'Unità di tossicologia forense dell'Università di Firenze. "La nostra università - ha aggiunto - ha contribuito in modo significativo allo sviluppo di nuovi sistemi per l''identificazione delle nuove sostanze psicoattive, non ultimo quello delle analisi delle acque reflue".