Attualità

La città delle telecamere, ma guardare non basta

Crolla definitivamente il tabù della videosorveglianza, la percezione della sicurezza passa attraverso il monitoraggio continuo di strade e piazze

La promessa di trasformare Firenze nella prima città italiana per numero di telecamere sembra scontrarsi con la necessità di dare una risposta pratica che superi la mera osservazione dei fatti già accaduti, su questo piano dibattono i fiorentini, mentre in Europa tiene banco un altro step del fenomeno: l'attivazione del riconoscimento facciale già operativa sulle telecamere inglesi.

Solo cinque anni fa a Firenze c'erano 150 telecamere, oggi ce ne sono 818 in tutti i quartieri con il traguardo dichiarato dall'attuale amministrazione di arrivare a mille occhi sulla città. "L’obiettivo è rendere Firenze la città più videosorvegliata d’Italia, perché la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto" così il sindaco Dario Nardella ha messo in evidenza l'iniziativa con uno slogan che mette oggi la sorveglianza video "prima di tutto". Sono stati spazzati via anni di indecisione tra la tutela della privacy e la necessità di monitorare un territorio dove sempre più si cercavano occhi puntati in ogni angolo.

Sui Gruppi Facebook dove si ritrovano i fiorentini le discussioni tra fiorentini hanno di conseguenza abbandonato il fattore "riservatezza" della propria intimità per passare sul piano della praticità. "Quello che registrano le videocamere è già accaduto, e poi?" questo è quello che appare uno dei passi che più ricorre nei commenti, una latente accusa di voyerismo che non porterebbe a risultati concreti se non a dare una maggiore percezione della sicurezza. "Sarebbe diverso se si potesse intervenire in diretta" commenta qualcuno richiamando pellicole cinematografiche di fantascienza dove gli agenti possiedono videocamere ovunque, usano pistole elettriche e congelano i malviventi.

Dagli obiettivi puntati sulle corsie preferenziali si è passati alle foto-trappole per incastrare gli abbandoni di rifiuti fuori dai cassonetti, intanto nell'opinione pubblica è cresciuta l'aspettativa di poter registrare qualsiasi episodio di cronaca, dallo scippo all'aggressione al fatto di sangue. "Non c'erano le telecamere?" è la prima domanda, seguita anche al recente attentato sulla linea Firenze - Roma, all'altezza della stazione di Rovezzano.

Complice una ricerca sempre più necessaria di prove evidenti ed incontrovertibili, la sala operativa del Comune di Firenze ha acquisito sempre più immagini attraverso telecamere fisse e mobili con l'uso dei moderni droni ancora tutto da sperimentare, mentre gli abitanti della città delle telecamere sembrano già in attesa di un passo ulteriore: anticipare il più possibile gli interventi. Come risponderà il modello Firenze al passaggio ulteriore, quello che seguirà alla copertura totale del territorio?