Attualità

L'arte salvata dall'apocalisse dell'alluvione

Taglio del nastro per la mostra 'Bellezza salvata' allestita nelle sale di Palazzo Medici Riccardi. In esposizione 150 opere tra dipinti e sculture

Lo sfregio dell'alluvione di cinquant'anni fa non si può cancellare con un colpo di spugna. Nemmeno dopo mezzo secolo dalla tragedia. Eppure le 150 opere che si incontrano nel percorso allestito in Palazzo Medici Riccardi per la mostra 'Firenze 1966 – 2016. La bellezza salvata', raccontano la storia dell'arte che, dopo lunghi restauri, è tornata a splendere pur con qualche cicatrice. L'allestimento è curato da Cristina Acidini e Elena Capretti. Alla presentazione erano presenti il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l'assessore regionale all'istruzione Cristina Grieco. 

La mostra, che apre domani al pubblico, offre un itinerario articolato fra alcuni dei luoghi più colpiti dall'alluvione del 1966  e arriva a conclusione degli eventi che hanno commemorato il mezzo secolo dalla tragedia del 4 novembre 1966. L'allestimento si snoda fra gli ambienti monumentali di Palazzo Medici Riccardi, dove aveva sede nel 1966 il Museo Mediceo, letteralmente annientato dall'acqua, proponendo una selezione di opere e manufatti che unisce la qualità artistica all'interesse storico e documentario.

In esposizione dipinti, sculture, libri, documenti, oggetti d'arte applicata, strumenti musicali e scientifici, accompagnate da fotografie storiche e alcuni video che documentano i danni e gli interventi di recupero. Se i marmi di arte romana e un grande arazzo seicentesco delle manifatture granducali rappresentano gli Uffizi, il Bargello, propone esemplari dell'Armeria, in gran parte restaurata a Vienna. E ancora: il museo archeologico è testimoniato da due capolavori etruschi unici al mondo, cioè la Mater Matuta, e Cinerario di Montescudaio. T

Tra le altre opere in esposizione anche quelle della comunità ebraica con una selezione di oggetti liturgici, ffra cui argenti, eleganti tessuti e un raro rotolo alluvionato della Torà che si trovavano nel tempio maggiore quando l'Arno tracimò sommergendo tutto.  

La mostra, promossa da Regione Toscana, Firenze Città Metropolitana, Comune di Firenze e Comitato Firenze 2016, con il contributo dell'Opificio delle Pietre Dure e dell'Università di Firenze, è prodotta e organizzata da MetaMorfosi con la collaborazione di Opera Laboratori Fiorentini - Civita. Rimarrà aperta fino al 26 marzo 2017.