Attualità

La bandiera arcobaleno sventola da Palazzo Vecchio

Il vessillo contro ogni discriminazione è stato affisso alla finestra dell'ufficio del sindaco nella giornata internazionale contro l'omofobia

La giornata si celebra oggi in tutto il mondo. Il suo nome ufficiale è sintetizzato nell'acronimo 'IDAHOBIT', cioè 'International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia'. Solo ventisette anni fa, il 17 maggio 1990, l’Organizzazione mondiale della Sanità cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta ‘una variante naturale del comportamento umano’. Nonostante questo, in tutto il mondo le persone omosessuali, bisessuali e transessuali sono ancora oggetto di crimini d’odio e discriminazioni. Ultimi esempi: i fatti accaduti recentemente nella cittadina russa di Argun nella Repubblica Cecena.

Da qui la decisione di Palazzo Vecchio di esporre la bandiera arcobaleno dal balcone della Sala di Clemente VII di Palazzo Vecchio, l’ufficio del sindaco Dario Nardella. All'iniziativa ha aderito anche la Città Metropolitana di Firenze con la consigliera alle Pari opportunità Benedetta Albanese.

“Il rispetto e la dignità spettano a tutte le persone al di là dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere - ha detto l’assessore comunale alle Pari opportunità Sara Funaro - e non sono accettabili le violenze, le torture e la negazione dei diritti umani come è avvenuto nell’aprile scorso nella cittadina russa di Argun nella Repubblica Cecena, dove è stata scoperta una prigione segreta dove alcuni omosessuali sono stati detenuti illegalmente e sistematicamente torturati". “É inaccettabile al giorno d’oggi l’esistenza di campi di concentramento per omosessuali o sospettati tali - ha concluso Funaro - ci riportano indietro nel passato al tempo del nazismo. Nell’epoca nella quale viviamo non sono assolutamente ammissibili questi luoghi, come non è tollerabile nessun tipo di violenza e discriminazione. Ci auguriamo che nel presente e nel futuro non si ripetano episodi simili a quelli ceceni. Noi lotteremo sempre contro tutte le discriminazioni”.

Guardando ai numeri, l’ultimo report di ILGA, cioè 'World, International Lesbian Gay Association', in 72 Paesi l’omosessualità è ancora considerata un crimine e in 45 di questi la legge è applicata anche alle donne. In otto Paesi nel mondo l’omosessualità viene punita con la pena di morte e regolarmente applicata, mentre in altri 74 viene applicato il carcere anche a vita.