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L'Ispettorato finisce dal Giudice del lavoro

Il dirigente dell’Ispettorato del Lavoro di Firenze davanti al Giudice del Lavoro dovrà rispondere sulla conciliazione tra tempi di impiego e di vita

Una causa sugli ordini di servizio in materia di orario di lavoro, in relazione alla conciliazione fra vita lavorativa e vita familiare, è finita davanti al Giudice del Lavoro di Firenze suscitando la reazione del sindacato Cgil Funzione Pubblica.

Il sindacato è intervenuto per voce di Mirella Dato che ha ricordato come tali ordini di servizio "erano stati prontamente contestati dalla Fp Cgil Firenze anche per quanto riguarda gli aspetti evidenziati nel ricorso". Dato ha ricordato inoltre "Abbiamo segnalato da tempo le grosse difficoltà nelle relazioni sindacali all’interno dell’Ispettorato toscano del lavoro di Firenze, che hanno comportato l’impossibilità di un sereno confronto per l’applicazione degli istituti previsti dal Contratto nazionale; ed avevamo segnalato la cosa, nei mesi scorsi, anche al Superiore Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, competente per territorio, nonché al vertice dell’Ispettorato nazionale del lavoro".

La questione è diventata di competenza del Giudice del Lavoro "Il nostro sindacato auspica che, in seguito alla vicenda, possa tornare un clima sereno e collaborativo nelle relazioni sindacali e, a tal fine, confidiamo nel fatto che i vertici dell’Ispettorato nazionale del lavoro facciano tutto quanto in loro potere per ristabilire l’equilibrio alterato ai tavoli decentrati".

"L’argomento delle pari opportunità è particolarmente rilevante, in questa fase storica - ha commentato Dato - in un’epoca di accentuato calo demografico, con un welfare ormai totalmente carente, il tema della conciliazione dei tempi di vita familiare e vita lavorativa diventa argomento di importanza vitale. Il Contratto nazionale Funzioni Centrali 2016-2018 affronta con precisione ed efficacia la questione introducendo istituti quali la Banca delle ore, la cosiddetta flessibilità aggiuntiva per le madri e per i padri; evidentemente, se tali istituti previsti dal Contratto nazionale fossero seriamente attuati, e non inutilmente osteggiati, si potrebbe coniugare l’esigenza di continuità dei servizi della pubblica amministrazione con l’esigenza delle madri e dei padri lavoratori di riuscire a conciliare la propria vita privata con il lavoro".