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In trentamila alla Fortezza per Pitti Uomo

La manifestazione ha chiuso i battenti con 19mila compratori. Bene l'estero, Germania in testa, mentre calano i buyer italiani

I dati sono stati resi noti dalla stessa organizzazione. L'Italia è in flessione tra l'8 e il 9 per cento rispetto all'anno scorso, edizione record degli ultimi dieci anni. In totale si supereranno ampiamente i 30mila visitatori complessivi. 

Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, ha così commentato il dato italiano: "Ha influito non poco il massiccio sciopero dei trasporti: sia sulle presenze di ieri pomeriggio e di quelle odierne, sia sulla pianificazione dei quattro giorni. Un vero peccato". 

In termini di presenze, al top c'è la Germania, poi Giappone, Spagna, Regno Unito, Olanda, Cina, Francia, Svizzera, Turchia, Usa, Corea, Belgio, Austria, Portogallo, Russia, Svezia, Grecia, Danimarca, Polonia, Canada.

"La fedeltà dei compratori a Pitti Uomo - ha proseguito Napoleone - si misura sul medio-lungo periodo: nelle edizioni estive, tra il 2009 e il 2017 i compratori esteri sono passati da poco più di 6mila a circa 8mila, una crescita al cui interno si sono intrecciate dinamiche diverse tra i vari paesi. Pensiamo al boom della Russia di quindici anni fa e al successivo calo: adesso i compratori russi sono nuovamente in aumento? L'andamento della Cina è altalenante, forse perché si tratta di un'economia di mercato fortemente centralizzata e perciò bastano poche direttive per cambiare di colpo il comportamento di tutti gli operatori. Gli Usa hanno superato l''anno elettorale e hanno ripreso a comprare, nel nord Europa c'è più voglia di moda. Il Regno Unito è alla prese con il post Brexit, mentre per quanto riguarda la Germania l''unico rammarico è che lì i consumi interni sono ancora molto al di sotto delle possibilità date dalla ricchezza esistente"