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Il tribunale nel pantano delle crisi aziendali

Il disegno di legge sui fallimenti riduce il numero delle crisi ma aumenta il lavoro degli uffici. La presidente Rizzo: "Serve più personale"

Il testo della riforma delle procedure concorsuali al vaglio del Parlamento potrebbe apportare molti vantaggi per gli imprenditori impantanati nelle crisi aziendali che negli ultimi anni si sono moltiplicate. Questo, almeno, è quello che è emerso nel corso del convegno che si è svolto in palazzo Bastogi a Firenze. In sostanza, il disegno di legge elaborato dalla commissione Rordorf fa sì che l'imprenditore non sia più visto come soggetto da perseguire con l'aggressione al suo patrimonio, ma come un individuo da sostenere attraverso il lavoro di esperti che lo portino fuori dal pantano. 

"Dopo anni di crisi molto dura che ha sfiancato il mondo dell'impresa - spiega il l'organizzatore del convegno Aldo Fittante - vediamo che le procedure concorsuali sono da riformare: bisogna inserire una fase di allerta, cioè una fase di mediazione per aiutare l'azienda a risolvere il problema prima di arrivare al tribunale". 

Proprio il tribunale, però, potrebbe risentire di un aggravio di lavoro. Nessun problema, spiega la presidente del tribunale di Firenze Marilena Rizzo, a patto che arrivino i mezzi per sostenerlo: "Si tratta di un ottimo disegno di legge perché previene lo stato di insolvenza che crea il disastro economico - ha detto - ma ogni riforma ha bisogno di gambe, braccia e risorse. Si tratta di una riforma che graverà tutta sui tribunali e quindi occorre un potenziamento dell'ufficio inteso sia come magistrati, che come personale amministrativo che come dotazione informatica". 

La richiesta a questo punto è una: "Chiediamo che ci facciano partire quando saremo pronti".