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Il pan di ramerino resiste alla Pasqua anti Covid

Le famiglie toscane non rinunciano alla tradizione pasquale e mettono le mani in pasta per preparare in casa il pane al sapore di rosmarino

Il pane di ramerino, la merenda del Giovedì Santo, resiste alla quarantena forzata. L'emergenza sanitaria che costringe anche le famiglie toscane all'isolamento non sembra avere intaccato una delle grandi tradizioni delle festività pasquali, il pane di ramerino. Una ricetta antica che ha più di mille anni e risale al Medioevo.

Il prodotto tipico della cucina regionale, molto consumato soprattutto nelle province di Firenze, Arezzo, Prato e Grosseto, è fatto di ingredienti poveri in linea con la cucina della tradizione contadina.

Ingredienti che, a giudicare dai dati forniti nelle scorse ore da Confesercenti, non mancano nelle dispense, ad iniziare da farina e lievito tra i prodotti più acquistati e ricercati delle ultime settimane.

Il primo ingrediente è proprio la farina, seguono l'acqua ed il lievito, poi troviamo il rosmarino che dà il nome al pane, seguono poi l'uvetta, lo zucchero e l'olio di oliva. 

La preparazione è semplice e si basa sui grandi impasti lievitati, unici accorgimenti sono l'ammollo dell'uvetta e la sfilatura del rosmarino dal gambo. Tutti gli ingredienti vanno assemblati insieme. Dopo la lievitazione, che deve essere superiore ai 90 minuti, la pasta deve essere suddivisa in sfere da cospargere con il rosmarino e l'olio d'oliva. Le pagnotte, coperte con un panno, devono lievitare altri 30 minuti. La cottura al forno è di circa 35 minuti.