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Il minerale extraterrestre atterrato in Siberia

Un docente dell'Università di Firenze tra gli studiosi al lavoro su un nuovo tipo di quasicristallo. Lo studio sulla rivista Scientific Reports

Una scoperta sorprendente anche per gli scienziati al lavoro sulla composizione chimica, mai vista prima, del quasicristallo proveniente dallo spazio. Si tratta di un minerale extraterrestre, il terzo fino a oggi identificato, prodotto da collisioni di asteroidi nello spazio agli albori del sistema solare. 

Ne parla la rivista 'Scientific Reports' e, come spiega l'Università di Firenze, del team di internazionale di studiosi che lo stanno studiando, fa parte anche Luca Bindi, professore associato di mineralogia al Dipartimento di Scienze della Terra. 

“I quasicristalli sono minerali unici – spiega Luca Bindi – i cui atomi sono disposti come in un mosaico, in modelli regolari ma che non si ripetono mai nello stesso modo, come succede invece nei cristalli ordinari”.

Erano solo due i quasicristalli conosciuti fino a oggi, la icosahedrite, Al63Cu24Fe13, e la decagonite, Al71Ni24Fe5, identificati dal gruppo di ricerca di Bindi. Il primo era stato rintracciato nel 2009 in un campione di meteorite Khatyrka, raccolto in Siberia e conservato nel Museo di Storia Naturale dell’Ateneo.

“Mentre i primi due quasicristalli rappresentano l’analogo chimico di materiali sintetici scoperti anni prima grazie al premio Nobel Dan Shechtman che li ha sintetizzati negli anni ‘80 – aggiunge ancora Bindi – il materiale quasicristallino descritto oggi è qualcosa di non predetto da esperimenti di laboratorio e mostra quanto siano ancora oscuri i meccanismi di formazione di questi materiali”.