Attualità

Il Meyer intensifica l'impegno nella lotta all'Hiv

L'ospedale pediatrico fiorentino dà il via a un progetto di ricerca che ha come obiettivo quello di aumentare l'efficacia dei farmaci antiretrovirali

Lo studio valuterà le concentrazioni plasmatiche di questi medicinali cercando di personalizzarli.

Infatti, nei bambini i farmaci vengono talora assunti spezzando o frantumando le compresse per adulti cosi' da adeguarle al peso del bambino

Alcuni farmaci assunti quotidianamente per contrastare la progressione del virus non sono infatti disponibili in formulazione pediatrica e l'unica possibilità per garantire ai più piccoli alcuni farmaci molto efficaci è rappresentata dal frazionamento della dose per adulti. 

L'opportunità di dosare il farmaco a livello plasmatico è garanzia di efficacia e di maggiore sicurezza di impiego per i bambini con infezione da Hiv.

Inoltre, dal 1985 il Meyer è sede del Registro Italiano per l'infezione da HIV, che è coordinato dal Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione e Cura dei bambini affetti da Hiv presso la SOD di malattie Infettive del Meyer. 

Ebbene recentemente proprio all'ospedale fiorentino si è svolto il XVIII workshop del Registro, con la partecipazione di 32 centri pediatrici che, in tutta Italia, seguono i bambini e gli adolescenti con infezione da Hiv oltre al responsabile del Centro Operativo Aids dell'Istituto Superiore di Sanità.

Nel corso di questo importante appuntamento sono state in particolare due le decisioni di rilievo adottate: il monitoraggio delle nascite da madre Hiv+ nelle quali non venga eseguita la prevenzione della trasmissione: un fenomeno che riguarda in particolare le donne immigrate il cui tasso di trasmissione dell'infezione ai figli è 3 volte superiore a quello delle donne italiane perchè non hanno possibilitaà di accedere ai test e alle terapie

Inoltre è stata decisa la stesura di una consensus per una comune procedura nel processo di transizione dei pazienti in maggiore età dai centri pediatrici a quelli dell'adulto. 

Si tratta di una misura che cerca di intervenire in quella zona grigia che scatta con la maggiore età, per evitare lo strappo con la dimensione pediatrica, sempre a salvaguardia dell'adolescente che entra nel mondo degli adulti.