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Il leone rampante alla prova delle critiche

Una nuova scultura prende posto tra i gioielli del Rinascimento. Le prime ore sono come al solito decisive per la critica dissacrante dei fiorentini

Un leone rampante che stritola tra le fauci una testa romana, così l'arte contemporanea continua ad essere presente in piazza della Signoria, a Firenze.

Come al solito le prime ore sono le decisive per le critiche dissacranti che contraddistinguono il popolo toscano ed in particolare i fiorentini poco avvezzi ad accogliere nuovi arredi nei salotti del Rinascimento. 

Tra le opere più discusse la materica installazione di Urs Fischer ma anche l'Abete di Giuseppe Penone in onore a Dante Alighieri non è stata da meno accolta come "Lo spelacchio fiorentino". Come ha ricordato in più occasioni il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, l'arte contemporanea è destinata per sua natura a far discutere.

L'artista è Francesco Vezzoli e ad Ottobre piazza della Signoria e Palazzo Vecchio diventano il suo palcoscenico all'interno dell'esposizione curata da Cristiana Perrella e Sergio Risaliti con il patrocinio del Comune di Firenze.

Dopo Jan Fabre, Urs Fischer, Jeff Koons e l'Abete di Giuseppe Penone arriva il monumentale leone rampante. L'altra scultura di Vezzoli in mostra è un romano togato con la testa di bronzo, in mostra nello studiolo di Francesco I de' Medici, per la prima volta allestito per un'opera.