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Opera viva, il libro in dono a Papa Francesco

I dipendenti dell'Opera del Duomo donano a Bergoglio il libro con loro immagini. In Battistero consegnate due medaglie coniate per l'occasione

In occasione della visita di Papa Francesco a Firenze per il Convegno Nazionale della Chiesa Italiana, alcuni dipendenti dell’Opera di Santa Maria Fiore hanno donato al Santo Padre il libro "Opera viva" con le immagini dei volti e le storie di tutte le persone impegnate nella straordinaria azione collegiale di conservazione del patrimonio artistico e culturale della Cattedrale di Firenze. A consegnare al Papa il libro, Ilaria Staderini, Cristian Ducceschi, Marco Fredducci, Enrico Viviano e l'autore della fotografie Michele Pecchioli.

In precedenza il Papa era stato accolto in Battistero dal proposto della Cattedrale monsignor Giancarlo Corti, dal presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore Franco Lucchesi e dal diacono della Cattedrale Alessandro Bicchi che gli ha offerto una croce da altare in bronzo dorato e radica di noce di scuola fiorentina del settecento perché il papa la baciasse e l’aspergesse con acqua benedetta. Quindi il presidente Lucchesi gli ha consegnato due medaglie commemorative che l’Opera del Duomo ha fatto coniare per l’occasione e il cardinale Betori gli ha presentato tutti i componenti del consiglio di amministrazione della fabbriceria, accompagnati dal segretario generale.

Il Papa si è soffermato alcuni minuti davanti alla ‘Crocifissione bianca’ di Marc Chagall (1938) che è stata trasportata eccezionalmente in Battistero dalla mostra ‘Divina bellezza’, in corso a Palazzo Strozzi, per essere mostrata ai convegnisti e perché lo stesso Papa Francesco lo ha definito il suo dipinto preferito. L’opera gli è stata illustrata dal direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino e da Douglas Druick, Direttore dell’Art institute di Chigago che è proprietario dell'opera.

Per desiderio del cardinale Betori, l’organista musicologo Gabriele Giacomelli ha eseguito alcuni brani di Domenico Zipoli, il gesuita nato a Prato (1688) e morto in Argentina (1726) molto apprezzato dal pontefice tanto che, una decina di anni fa, ha voluto le sue musiche per la messa solenne che è stata celebrata per la fine del restauro della chiesa di Sant’Ignazio a Buenos Aires.