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"I ventilatori? Speriamo non li diano a dicembre"

Il comico Paolo Hendel al sopralluogo dei Radicali nel carcere di Sollicciano. Pronti 60 ventilatori contro il caldo ma serve il via libera della Asl

I ventilatori tanto attesi sono arrivati nel carcere di Sollicciano a Firenze ma per l'installazione c'è ancora da aspettare il via libera della Asl e per alleviare il caldo torrido nelle celle ne servirebbero almeno duecento. Lo hanno detto i componenti della delegazione dell'associazione radicale 'Andrea Tamburi' che hanno incontrato detenuti e personale del penitenziario fiorentino. Presenti il cappellano del carcere Don Vincenzo Russo, il presidente della Camera penale di Firenze Eriberto Rosso, il consigliere di 'Firenze riparte a sinistra' Tommaso Grassi. A guidare la delegazione radicale il segretario del partito Rita Bernardini e Massimo Lensi dell''associazione Luca Coscioni. Con loro anche il comico Paolo Hendel che anche a Sollicciano non ha rinunciato alla sua ironia. Hendel ha infatti auspicato che "questi benedetti ventilatori non glieli diano a dicembre perché sennò invece di risolvere il problema del caldo faranno venire il raffreddore ai detenuti. Ci sono delle condizioni di caldo spaventose dentro questo carcere che è tutto in cemento e completamente esposto al sole".

"Sappiamo che i ventilatori della Regione sono arrivati - ha detto Massimo Lensi - e sono già dentro il carcere ma non sono attivi. Adesso siamo in attesa che la Asl dia l'autorizzazione per poterli usare e stili una graduatoria dei detenuti con problemi che ne hanno maggior bisogno di ventilazione. Abbiamo potuto constatare anche oggi che il caldo dentro il carcere è veramente torrido. Qui manca tutto, e mi chiedo come sia possibile in questo modo recuperare la dignità delle persone, e dare un senso a strutture come questa".

Dal sopralluogo sono emerse ancora una volta condizioni di vita difficili per i detenuti che mettono a rischio la finalità stessa del carcere.  "Più che fare un nuovo stadio a Firenze ci sarebbe da fare un nuovo carcere. Ma i fratelli Della Valle non credo che avranno molto interesse in questo - ha incalzato, ironizzando, Paolo Hendel - Si sbaglia moltissimo a pensare che il carcere non riguardi tutti noi. Ci si può capitare tutti nella vita e bisognerebbe fare di tutto perché in questi luoghi ci siano condizioni umane dignitose". "Quando uno viene condannato al carcere la sentenza non prevede la tortura e la sofferenza". ha concluso.