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I sommersi e i salvati dell'alluvione

Il salvataggio dei volumi della biblioteca Vieusseux, delle carte del fondo Gadda e dei registri documentati in una mostra all'archivio Bonsanti

Il patrimonio di 250mila volumi si trovava nel sotterraneo di Palazzo Strozzi quando il 4 novembre 1966 l'Arno esondò. Tutto fu sommerso da acqua mista a fango e nafta.

Ora, in occasione del 50mo anniversario dell'alluvione, il Gabinetto Vieusseux ha deciso di allestire all'Archivio contemporaneo Alessandro Bonsanti, fino al 20 febbraio, una mostra che, attraverso foto originali, un''installazione video, e una serie esemplare di materiali esposti, consente "idealmente di ripercorrere gli effetti di quell'enorme disastro, e la lunga, paziente opera di restauro attuata negli anni su un materiale tanto fragile e prezioso". 

I libri, una volta recuperati, furono fatti asciugare nel cortile delPalazzo e poi collocati sul pavimento delle sale ai piani alti per finire, per lo più con sistemi di ventilazione, l'asciugatura. I volumi danneggiati furono poi portati alla Certosa del Galluzzo, per togliere le legature ed evitare le propagazione microbiche.

I volumi vennero poi suddivisi tra quelli anteriori al 1850, destinati al laboratorio di restauro, e i successivi, destinati a un centro di recupero, per i quali si procedette a lavaggio, asciugatura e disinfezione.