Arte

I piaceri sconosciuti di Glenn Brown

Un artista eclettico ospite degli altrettanto eclettici spazi del Museo Bardini. E' Glenn Brown con la sua mostra "Piaceri sconosciuti"

Far incontrare arte classica e contemporanea è ormai una tradizione del Museo Bardini. Non sono infrequenti infatti le incursioni di artisti contemporanei negli spazi blu dell'elegante palazzo appena di là d'Arno.

L'incontro che questa volta si è realizzato tra Glenn Brown e la galleria/museo del celebre commerciante d'arte è però particolarmente riuscito.

Le opere – sia sculture che pitture – come è caratteristico dell'espressione dell'artista inglese - si sono infatti talmente integrate nello spazio da essere a volte difficilmente identificabili dall'osservatore ad una prima, rapida occhiata. In parte questo avviene perché sono state collocate in mezzo alle opere tradizionalmente presenti nel museo armonizzandosi con esse in maniera perfetta, e in parte perché l'arte di Glenn Brown è fatta di appropriazione e rielaborazione di opere altrui, da quelle del Rinascimento fino al Surrealismo. Le sculture partono così da bronzi precedenti, acquistati dall'artista per essere reinterpretati attraverso l'inserimento di materiali plastici e resinosi che ne mutano completamente l'aspetto e il significato. I quadri sono appropriazioni di un'iconografia preesistente che viene portata nel contemporaneo attraverso un percorso di trasformazione di colore, posizione, formato.
Nascono così opere totalmente nuove ed originali, affascinanti perché capaci di portare l'osservatore indietro ad immagini della propria memoria artistica senza farlo uscire dal contemporaneo, anzi, rafforzando un'immagine pop e materica dell'opera.
Il percorso dentro il Museo Bardini diventa così non solo un viaggio di scoperta – dove saranno le opere, quali saranno le opere, a quali opere ogni opera farà riferimento - ma anche un movimento avanti e indietro nella storia dell'arte e in un universo parallelo in cui persino i titoli chiamano lo straniamento e la sorpresa dello spettatore. Senza volervi svelare di più, infatti, non dimenticate durante la visita di munirvi della brochure della mostra e concedetevi di leggere una per una tutte le didascalie delle opere. Ne rimarrete piacevolmente sorpresi.