Attualità

I Laureati, 25 anni fa la corsa a Santa Trinita

Il primo film di Leonardo Pieraccioni nel 1995 apriva la carriera di uno dei registi italiani di maggiore successo, resta famosa la sfida in trattoria

Via Parioncino da dove parte la corsa

Il film si apre con una corsa tra i vicoli di Firenze, la cinepresa corre lungo le facciate e le spallette d'Arno catturando quello che può di una storia che avrebbe dovuto intitolarsi "Quattro pali e una traversa" ma sarebbe diventata "I Laureati", l'opera prima del cabarettista e non ancora regista, Leonardo Pieraccioni.

Quella corsa tra i vicoli di Firenze che apre e chiude la pellicola del 1995 è rimasta nella storia del cinema tanto che lo stesso Pieraccioni l'ha recuperata autocitandosi in "Un fantastico via vai" dove però viene raggiunto e paga il conto.

Non vengono raggiunti invece Leonardo (Pieraccioni), Bruno (Gianmarco Tognazzi), Pino (Massimo Ceccherini) e Rocco (Rocco Papaleo) che dopo il pranzo si ritrovano davanti ad una nota trattoria di Firenze dove chiedono al cameriere di dare il via ad una corsa per stabilire chi avrebbe pagato il conto. Il cameriere "sventola il tovagliolino" ed i quattro partono per una corsa senza mai guardarsi indietro fino a ritrovarsi sul ponte Santa Trinita con lo sfondo di Ponte Vecchio. Qui la loro storia inizia, o finisce.

Tante le location fiorentine, dal cimitero delle Porte Sante a San Miniato al Monte al bar di Rifredi dove si gioca a freccette, a via della Vigna Nuova e via Marchetti con gli studi di Canale Dieci. Tanti i personaggi fiorentini che partecipano e che resteranno legati al regista per anni oltre a Maria Grazia Cucinotta e ad una giovanissima Manuela Arcuri.

Un film prodotto da Vittorio Cecchi Gori e Rita Rusic che vale la candidatura al David di Donatello per il migliore attore non protagonista, Alessandro Haber, l'indimenticabile professor Galliano e per il migliore regista esordiente. Degna di nota la colonna sonora curata dagli Audio 2 e segnata dal tormentone "Alle venti".

Molti conoscono Il Ciclone, delizia e croce di Pieraccioni visto che su quel parametro continuano ad essere valutati i suoi film ma le battute de I Laureati riecheggiano spesso come le frasi celebri dei libri e vengono citate anche senza riconoscerne immediatamente la fonte. Avete mai sentito ad esempio esclamare "Un tintinnino alla sua signora...". 

Ma quel che rimane impressa alla fine del film è soprattutto la massima che recita "I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Il resto, fa volume".