Attualità

I contadini dicono no alla vendita di Mondeggi

Un centinaio di manifestanti in presidio per chiedere che la fattoria autogestita sulle colline del Chianti non sia venduta ma affidata ai coltivatori

Mondeggi è un "bene comune" e non può essere venduto. Lo hanno detto, ripetuto e gridato i manifestanti che si sono assiepati davanti alla sede della Città metropolitana per chiedere di fermare la vendita del complesso che si trova tra Bagno a Ripoli, Impruneta e Greve in Chianti. La villa, dal 2014, è occupata da un collettivo di contadini che ora chiedono che le terre siano affidate a loro. 

In strada è stato esposto un lungo striscione con scritto: "I beni pubblici non si vendono, difendiamo il nostro territorio''. Lo slogan usato dai manifestanti è "Mondeggi non si vende, si coltiva e si difende".

La manifestazione, di legge in una nota del collettivo, è stata indetta perché "il 30 novembre è l'ultimo giorno per presentare le manifestazioni d'interesse alla Città metropolitana per poi far uscire un bando di vendita personalizzato. Vogliamo esserci anche noi a presentare la nostra manifestazione di interesse". 

I consiglieri regionali di Si Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti hanno manifestato il proprio sostegno ai manifestanti: "La Città metropolitana di Firenze e la Regione fermino la svendita di questo importante bene comune, e il complesso di Mondeggi venga affidato ai tanti cittadini che da anni la stanno valorizzando - hanno detto - Un'occasione per creare lavoro e salvaguardare le nostre colline da possibili speculazioni". Anche perché "in questi anni attorno a Mondeggi si è creata una mobilitazione collettiva - sottolineano in una nota - con centinaia di cittadini-agricoltori che stanno salvando dall'abbandono oliveti e vigne, che coltivano orti e grani antichi, che organizzano corsi ed eventi aperti a tutti: un'esperienza che ha suscitato interesse in tutta Italia, dimostrando come l'affidamento di beni immobili pubblici ad esperienze di cittadinanza attiva e alla gestione condivisa, sia possibile". 

"Proprio per favorire il riconoscimento dei beni comuni e la loro gestione condivisa da parte della cittadinanza attiva, abbiamo presentato una proposta di legge che è in discussione in queste settimane in Consiglio regionale", concludono.