Ben più della presentazione di un nuovo disco, "La mistica dei bars" è un pungente spettacolo teatral-musicale nel quale il cantautorato di qualità si mescola ad un cabaret raffinato e pieno di citazioni, da Casablanca a Benni.
Nella "mistica" dei Ragazzi Scimmia, il bar diventa infatti allo stesso tempo luogo di iniziazione e perdizione, spazio esoterico e ritrovo di una carrellata di personaggi che alla meno possiamo definire bizzarri.
Il percorso che si compie assistendo a "La mistica dei bars" è altrettanto ricco di sfumature e atmosfere. E' un viaggio in un'altra dimensione, che non c'è più o che c'è sempre stata e sempre ci sarà. Se la scena sulla quale si muovono Gabriele Mori e i Ragazzi Scimmia è infatti quella di una certa tipologia di bar, d'antan e senza tempo, di fatto al suo interno si muove un'umanità che è archetipica di quella che si può sperimentare in ogni bar, da Caracas a Hong Kong passando per New York per arrivare a Firenze. In ogni bar che si rispetti, infatti, la mistica triade del Barchimista-Alcolnauta-Musicangelo non potrà che essere presente.