Attualità

Farmaci, uso e rischi diversi per uomini e donne

Passare da una visione antropocentrica ad una medicina personalizzata, è il monito dell'Ordine dei Medici di Firenze in vista dell'8 Marzo

Farmaci pensati per gli uomini ma consumati dalle donne che rischiano maggiori effetti collaterali, a sviluppare la riflessione sulla disparità di genere nel settore farmacologico è l'Ordine dei Medici di Firenze in vista della Giornata internazionale della donna.

La donna consuma più farmaci dell’uomo e sono farmaci studiati prevalentemente in soggetti giovani e maschi, del peso ideale di 70 chili: adoperarli nelle donne giovani e anziane con pesi spesso diversi, dai 50 ai 90 chilogrammi, è una grave leggerezza. Questo è uno dei motivi per il quale le donne vanno più incontro ad effetti collaterali da farmaci” a sostenerlo è la professoressa Teresita Mazzei, componente della Commissione Medicina di Genere dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze.

La disparità di genere è anche una disparità di salute - è quanto sottolinea la professoressa Mazzei - Si parla molto, e non solo l’8 marzo, di disuguaglianze femminili in campo economico, di carriera e ruoli sociali, ma poco si parla e si conosce di disparità di salute. Tutti sanno che la donna ha un’aspettativa di vita superiore all’uomo di circa quattro anni (vita media per l’uomo in Italia 81,9 anni e per le donne 85,97 secondo dati Istat 2022), ma pochi sanno che questi anni di vita in più sono gravati per la donna da malattie e disabilità, soprattutto malattie croniche (cardiovascolari, ipertensione, artrite/artrosi, osteoporosi)”.

La Medicina di Genere

“Noi chiamiamo Medicina di Genere - continua Mazzei - la medicina che considera non solo le differenze biologiche legate al sesso ma anche quelle legate alle differenze che ogni essere umano, uomo o donna, plasmato dal diverso ambiente socio-economico, culturale, ruoli e stereotipi viene ad acquisire in salute e malattia. La medicina, la salute e la sanità devono passare da una visione antropocentrica ad una medicina personalizzata che non guardi alle malattie che colpiscono solo gli uomini o solo le donne, ma sappia come ogni malattia si presenta, evolve e risponde ai trattamenti nell’uomo e nella donna. Solo con questo cambio di paradigma la visione sanitaria globale, con lei il nostro sistema sanitario, potrà colmare queste disuguaglianze di salute che, ad oggi, colpiscono prevalentemente il genere femminile”.