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Il clone digitale del David parte per Dubai

La riproduzione ad alta tecnologia del David di Michelangelo costituirà il momento culminante nel percorso espositivo del Padiglione Italia all’Expo 2020

La digitalizzazione del David di Michelangelo, l'opera conservata presso la Galleria dell’Accademia di Firenze, costituirà a partire dal primo Ottobre 2021 il momento culminante nel percorso espositivo del Padiglione Italia all’Expo di Dubai.

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha commentato "Il David parte direzione Dubai! Rappresenterà l'Italia all’Expo 2020, come simbolo di bellezza e di speranza. Questa copia dell’opera d’arte di Michelangelo è frutto di un lavoro straordinario di un laboratorio fiorentino, con un mix di artigianalità e tecnologia. Non è bellissimo?".

Il progetto è parte del concept creativo del Padiglione firmato dal curatore artistico Davide Rampello. Scienziati, tecnici, curatori, artigiani, docenti e studenti universitari dopo la fase di acquisizione dei dati hanno reso possibile la riproduzione fisica con tecniche additive, la finitura delle superfici e il trasporto dell’opera agli Emirati Arabi Uniti.

Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze ha commentato così l'iniziativa “Ci permette di acquisire nuove informazioni sulla scultura michelangiolesca, aggiornando i dati rilevati circa vent’anni fa. Si tratta di un passaggio fondamentale sia per ulteriori studi futuri che per la ricerca, sia per simulazioni di vario tipo che per la conservazione, consentendoci così di essere al passo con i tempi. Dati che saranno archiviati e conservati dalla Galleria, nell’ottica anche della tutela dell’immagine del David. Questo processo è frutto dell’ottima collaborazione con l’Università di Firenze, nata da tempo, e che ci vedrà assieme per altri progetti. Il David originale rimarrà qui, in questo museo, ma siamo felici di poter mandare a Dubai il suo ‘gemello’ come messaggero di bellezza e simbolo dell’Italia”.

La digitalizzazione presso la Galleria è stata curata dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze in collaborazione con i tecnici di Hexagon Italia, divisione della multinazionale svedese operante fra gli altri nel settore dei sensori, dei software e delle soluzioni autonome.