Durante la seduta odierna del processo che vede imputate sette persone per l'omicidio di Duccio Dini due degli accusati hanno dichiarato che non ci sarebbe stato nessun regolamento di conti dietro l'inseguimento che ha portato allo scontro di una autovettura con lo scooter del giovane fiorentino.
Gli imputati, ascoltati oggi in aula, hanno aggiunto che il capofamiglia del gruppo rom residente al Poderaccio non sarebbe stato a bordo dell'auto che ha provocato l'incidente. Si tratta del nonno degli imputati che ha deciso di non rispondere alle domande.
Il giovane rom che si trovava alla guida dell'auto nell'ottobre del 2018, mentre si trovava in carcere, ha indirizzato una lettera di scuse alla famiglia della vittima. La lettera è stata messa agli atti del processo ed i legali della famiglia Dini hanno fatto sapere che i loro assistiti hanno ricevuto la lettera ma hanno deciso di non aprire quella busta. L'udienza riprenderà il prossimo 17 dicembre.
Il giovane Duccio Dini è stato travolto da una vettura e ucciso a 29 anni il 10 giugno 2018 mentre si trovava fermo ad un semaforo in via Canova, all'Isolotto.