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Dopo la terapia intensiva nasce "Ti do aiuto"

Il recupero fisico, certo, ma dopo isolamento, dolore e paura ecco l'associazione per riabilitare la sfera psicoemotiva una volta fuori dall'ospedale

Il recupero fisico, certo, ma dopo isolamento, dolore e paura patiti durante la permanenza in terapia intensiva nasce a Firenze l'associazione "Ti do aiuto". Perché chi ha vissuto l’esperienza della terapia intensiva lo sa e lo sanno anche i familiari di coloro che hanno avuto un periodo di permanenza in terapia intensiva: una volta superato quel momento, il supporto è fondamentale. Vuoi per il complesso percorso di riabilitazione, vuoi per le cure particolari che è necessario riservare o anche solo per un supporto psicologico per tornare alle attività sociali.

"Ti do aiuto" nasce per volontà di chi ci è già passato. Presieduta da Luigi Paccosi, presidente di Cesvot, riunisce al momento 40 soci. E' stata presentata nei giorni scorsi in Regione, ed ha tra i suoi obiettivi anche la collaborazione con le istituzioni: “L'associazione - spiega proprio Paccosi - è composta da medici, pazienti e familari di tutta la regione, questo contribuirà a diffondere le buone pratiche per la cura dei pazienti anche attraverso il dialogo fra i medici dei vari ospedali”.

Il presidente della Regione Eugenio Giani sottolinea un aspetto: "La parola terapia intensiva - è la sua osservazione - è passata da una dimensione di nicchia a una dimensione di massa ed io, che ci sono a tu per tu ogni giorno con i bollettini Covid che mi aggiornano quotidianamente, ho preso coscienza di quanto la terapia intensiva sia una dimensione a cui si può arrivare tutti. Questa è una delle consapevolezze che ci ha lasciato il Covid e perciò il post terapia intensiva, ma naturalmente di ogni patologia, va seguito con cure a 360 gradi". 

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"Le rianimazioni non sono reparti come gli altri - ha evidenziato la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi -, sono reparti con una intensità di cura altissima e dai quali si esce, quando si esce, non solo con segni fisici ma anche con profondi segni psicologici". 

Conferma l'assessore alla sanità Simone Bezzini: "Un ricovero prolungato in terapia intensiva è molto impattante sulla vita del paziente e della sua famiglia e la sua ripresa richiede moltissimi sforzi. La persona, nella maggior parte dei casi, lascerà la terapia intensiva, biologicamente guarita, o quasi, ma spesso poi iniziano a emergere altre problematiche: disturbi psicologici, cognitivi, fisici che si raggruppano, appunto, sotto il nome di sindrome da post terapia intensiva". Il presidente di Fondazione Cr Firenze Luigi Salvadori ha messo l'accento sul fatto che "la pandemia non abbia attenuato la generosità di fiorentini e dei toscani".