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"Dopo i concerti una montagna di spazzatura"

Denuncia di "Firenze riparte a sinistra" per la gestione dei rifiuti a 'Firenze rock': "Ventidue tonnellate di indifferenziato e 1.130 euro di multa"

Il nodo del contendere della nuova polemica di fine estate che infuria a Palazzo Vecchio è la gestione dello smaltimento dei rifiuti durante il festival che si è svolto a giugno all'ippodromo del Visarno. A tirare fuori la questione sono stati i consiglieri di 'Firenze riparte a sinistra' Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi che in una nota puntano il dito contro le "ventidue tonnellate di rifiuti indifferenziati, a cui si sommano 4,7 tonnellate di imballaggi misti, 0,4 di carta, più un quantitativo che neppure Alia è stata in grado di quantificare per i rifiuti abbandonati ovunque che sono stati direttamente spazzati".

Nella stessa nota i consiglieri affermano che "gli organizzatori si erano impegnati, con tanto di accordo firmato, a fare la raccolta differenziata all'interno e all'esterno dell'arena in autonomia e rifiutando la collaborazione dell'azienda dei rifiuti fiorentina, ma di tutto ciò che aveva promesso neppure l'ombra nelle tre serate di musica rock. Tonnellate di bicchieri e bottigliette di plastica, lattine di alluminio e anche tante bottiglie di vetro, anche se sarebbero state proibite, hanno riempito l'ippodromo trasformato per l'occasione in luogo di musica, e in discarica. Tutti i rifiuti mischiati insieme: carta, umido, plastica e vetro. Un vero disastro."

Una situazione che, secondo i consiglieri, avrebbe dovuto far scattare pesanti sanzioni. "Ci saremmo aspettati dalle istituzioni delle multe e delle penali pesanti, non solo perché l'evento è stato organizzato in collaborazione col Comune e in uno spazio pubblico, ma sopratutto perché è inaccettabile un tale atteggiamento. Questo comporta infatti un aumento sui costi di raccolta e di smaltimento ma, da quanto riportato sulla risposta alla interrogazione, il tutto si è risolto con 1.130 euro di multa. Una sciocchezza, pochi euro a fronte di un danno ambientale, visto che lo smaltimento sarà in discarica o in inceneritore, e un mancato guadagno perché la plastica e i rifiuti differenziati portano un incasso nella vendita ai consorzi del recupero delle materie". 

Da qui la denuncia del gruppo consiliare guidato da Tommaso Fattori.  "In questo modo non differenziare e disattendere gli accordi conviene al privato sia logisticamente che economicamente perché poi i maggiori costi vengono sostenuti dalla cittadinanza che paga. C'è qualcosa che non va bene e per questo chiederemo una modifica del regolamento comunale elevando e introducendo una proporzione economica tra danno e sanzione, rendendola almeno 10 volte il costo che la collettività dovrà sostenere, così da coprire parzialmente anche i costi ambientali. Certo, l'obiettivo deve essere quello della raccolta differenziata e di non alimentare con questi errori la logica dell'incenerimento o della discarica, e non di elevare sanzioni, ma quantomeno dovrebbe valere come deterrente contro qualche furbetto che si vuole approfittare della stupidità dei regolamenti comunali".