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Dissesto idrogeologico, ecco il piano di sicurezza

Approvato dalla Città metropolitana l'accordo di programma quadro per l'assegnazione dei fondi stanziati per le opere strategiche e più urgenti

Il Consiglio metropolitano di Firenze ha ratificato l'accordo di programma quadro tra Regione Toscana, ministero dell'Ambiente, presidenza del Consiglio dei ministri e Città Metropolitana di Firenze per l'assegnazione dei fondi stanziati contro il dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane. Sono 106 milioni di euro e saranno tutti destinati a opere strategiche e più urgenti, attese da tempo per proteggere Firenze, la sua area metropolitana e la Toscana dal rischio idraulico e idrogeologico. 

L'importo complessivo del Piano per la Toscana è pari a 106.682.238 euro, di cui 64 milioni assegnati dal Ministero e 42 milioni dalla Regione Toscana

Tra gli interventi individuati, cinque riguardano l'Arno nella città di Firenze e nella Città metropolitana e sono il completamento delle casse di espansione di Figline (74 milioni), quelli sui torrenti Mensola e Ema (15 milioni) e l'adeguamento dell'alveo del torrente Mugnone alle Cure di Firenze (5 milioni). 

Il completamento delle casse di espansione di Figline rappresenta l'impegno più importante dell'accordo per quanto riguarda la mitigazione del rischio idraulico per l'Arno: l' importo complessivo è di 74 milioni. Con il completamento delle casse di Figline (lavori con inizio in questi giorni e termine al febbraio 2019) la capacità di deflusso dell'Arno crescerà, e la portata in arrivo a Firenze sarà ridotta. Le quattro casse di espansione possono definirsi come la prima grande fase per la tutela del centro urbano di Firenze, mitigando notevolmente il rischio. 

I successivi progetti ipotizzati sono l'innalzamento della diga di Levane, secondo importantissimo passaggio, che potrà eliminare le aree potenzialmente allagabili dal centro di Firenze; infine l'obiettivo finale sarà raggiunto dalla realizzazione di ulteriori casse sull'asta della Sieve nonché con l'innalzamento della diga de La Penna, sempre nel Valdarno aretino. L'accordo non comporta oneri finanziari aggiuntivi per la Città Metropolitana di Firenze.