Attualità

Crisi Covid, le scuole di lingue spengono le luci

Protesta delle scuole di lingue e centri di certificazione linguistica contro il decreto Ristori bis. Perdite per oltre l'80% da inizio emergenza

Scuole di lingue e centri di centri di certificazione linguistica spegono le luci in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo Dpcm e del Decreto Ristori bis.

Dimenticate dal Decreto Ristori che non inserisce il codice Ateco 85.59.30 a cui appartengono e con perdite di fatturato fino all’80%, le scuole di lingue sono vicine al collasso e sono a rischio oltre 15mila lavoratori.

Questo il grido di allarme lanciato dalla categoria denunciando che "migliaia di studenti sono costretti ad interrompere i corsi di lingua perché la didattica a distanza su percorsi non curriculari non è così apprezzata e gli esami di fine corso non possono essere sostenuti online".

"Le scuole di lingue - scrivono le associazioni di categoria - devono adeguarsi ed accettare le restrizioni imposte dai decreti assistendo al tracollo finanziario delle attività e risultando completamente invisibili agli occhi dei legislatori che non tutelano minimamente il nostro mondo votato all’educazione, soprattutto dei più giovani".

"Per questo alle 18 verranno quindi spente le luci delle aule, così come la crisi sanitaria da Covid sta spegnendo la possibilità di imparare, di essere cittadini del mondo e di certificare la propria conoscenza linguistica. Verranno spente le luci così come si sta spegnendo la nostra speranza di rimanere in attività".

L'iniziativa è stata promossa da tutte le scuole di lingue e i centri di certificazione linguistica aderenti alle seguenti associazioni: Aisli, ASILS, Cambridge Assessment English, Eduitalia, Federlingue, Fidef, Italian in Italy.