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"Covid, i nostri ospedali sono in sofferenza"

Dalla Fondazione Santa Maria Nuova si rappresenta una situazione critica. Nei reparti si lavora anche per non sovraccaricare la portata di ossigeno

"I nostri ospedali sono in sofferenza e nei reparti dobbiamo calibrare il numero di pazienti per non sovraccaricare la portata di ossigeno": la situazione di criticità è rappresentata da Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova onlus di Firenze che rivela come nei giorni scorsi siano mancati i respiratori, arrivati dopo la richiesta rivolta al commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo in numero di 40 unità.

"Mantenere Firenze, Prato ed Empoli in zona rossa è stato un segno di responsabilità da parte della Regione Toscana. La situazione nei nostri ospedali non consente assolutamente il passaggio in zona arancione. Forse dovevamo mantenere tutta la Toscana in zona rossa, ma se i dati indicano che ci sono le condizioni per cambiare colore, allora ha fatto bene la Regione. Firenze, però, no: qui gli ospedali sono in sofferenza. Abbiamo più di 500 pazienti Covid ricoverati tra noi e Careggi, oltre 100 in rianimazione. Tutti malati gravi con necessità di ossigeno", afferma Landini. 

"Abbiamo persino dovuto calibrare - spiega - il numero di pazienti tra i reparti per non sovraccaricare la portata di ossigeno. Sono malati che hanno bisogno di una quantità di ossigeno enorme. Abbiamo richiesto al Commissario straordinario Figliuolo altri 40 ventilatori che ci mancavano e sono arrivati. Circa il 30-40% dei ricoverati necessita di ventilazione. Passare nel Fiorentino alla zona arancione sarebbe stato un messaggio fuorviante alla popolazione". 

"C'è inoltre un dispiacere - prosegue Landini - per questo blocco dei vaccini. E' triste vedere chiuso il centro Mandela Forum. Sappiamo che i vaccini sono l'unica arma che abbiamo e va perseguita con ogni sforzo. Sappiamo che il Governo valuta, tra le tante opzioni, di fare accordi fuori dall'Europa per avere i vaccini e penso sia una soluzione giusta. Noi siamo tutti europeisti, ma il vaccino è una necessità urgente. E se l'Europa non è in grado ad oggi di offrirlo, dobbiamo riuscire a reperirlo altrove. Non possiamo durare a lungo in questa condizione. Gli ospedali continuano a reggere e stanno dando assistenza a tutti, ma bisogna evitare una semplificazione in cui si pensa che si potrà uscire dalla crisi economica senza superare quella sanitaria. L'unica strada rimane la vaccinazione a tutti, con meno regole e in modo rapido".