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Costa San Giorgio, variante "irresponsabile"

Dall'associazione Idra si torna alla carica anche contando su un contributo di idee con cui Francesco 'Pancho' Pardi stronca il progetto comunale

Il complesso degli ex conventi di Costa San Giorgio

Il parcheggio sotterraneo inserito nella variante per il complesso di Costa San Giorgio? "Scelta irresponsabile". Parola di Francesco 'Pancho' Pardi, storico protagonista del movimento che si chiamò dei 'girotondini' nonché già professore associato di urbanistica all’università di Firenze e senatore nella XVI legislatura.

Pardi affida il proprio contributo di idee all'associazione Idra che da tempo si batte contro il progetto comunale che insiste su quella fragile fetta collinare d'Oltrarno. Laboratori, visite, svariati approcci interlocutori con Palazzo Vecchio si sono dipanati negli ultimi mesi da parte di Idra che adesso diffonde il parere di Pardi sulla questione, per altro oggetto di lettera alla giunta comunale, la numero 22 con la nota a corredo dell’adesione al Manifesto Boboli-Belvedere.

E l'urbanista inizia proprio dalla questione parcheggio: "Le bancate arenacee del substrato hanno giacitura a franapoggio e immergono verso l'Arno. Il luogo ha subito franosità storica messa in evidenza anche da divieti granducali a costruire. Aprire in quel contesto l'enorme cavità ipogea immaginata per il parcheggio sotterraneo è scelta irresponsabile", scrive netto nel merito.

In linea di principio, poi, Pardi definisce "sconfitta nella difesa dei beni culturali comuni" l'intento di "vendita del bene pubblico a privati affinché ne facciano ciò che vogliono unicamente in vista del proprio guadagno".

L'alzo zero è a tutto tondo: "Il progetto della teleferica che vorrebbe concedere al nuovo paradiso del capitale privato il godimento di un suo personale legame con il Forte Belvedere è più che scandaloso. Sorvola abusivamente il giardino di Boboli per offrire all'utente privato la scenografia di lusso stupefacente per irretire clienti danarosi alla ricerca di emozioni esclusive".

Pardi ne trae che: "Non stupisce che le autorità politiche cittadine pratichino la più ipocrita negazione delle esigenze partecipative. La partecipazione, inutilmente formalizzata con legge regionale, va bene solo se è rigorosamente finta".