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"Contro guerre e violenze riconciliare i cuori"

L'arcivescovo di Firenze, Betori, nell'omelia della messa di Natale: "La scena del mondo in cui nasce il Messia è come quella dei nostri tempi"

"È diffusa una visione edulcorata del Natale, che l'industria dei consumi coltiva e incentiva, ma che è quanto di più lontano si possa immaginare dall'autentico significato della festa della nascita del nostro Redentore". Così, l'arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, nell'omelia della messa di mezzanotte di Natale. 

"La scena del mondo in cui nasce il Messia - ha osservato il cardinale - assomiglia fin troppo ai nostri tempi scossi da guerre, strategie terroristiche, lacerazioni di popoli, condizioni di grave insicurezza che attraversano le nostre società e, nel profondo, gli animi di ciascuno di noi. Non va infatti dimenticato che i grandi conflitti che generano guerre e violenze, portando morti e distruzioni in tante regioni del mondo, hanno una radice profonda che è il cuore dell'uomo, e solo ripartendo da cuori riconciliati si può aspirare a orizzonti di concordia e di pace per il mondo". 

"In sostanza - ha aggiunto il cardinale -, il Natale è tutt'altro che una narrazione edificante, zuccherosa, sintesi di risonanze mitologiche e di sentimenti ancestrali, come oggi ci tocca leggere dagli opinionisti che vanno per la maggiore. La scena del Natale è un mondo estremamente reale, di quel tempo e del nostro tempo, e viene a toccare tutte le contraddizioni più radicate della storia umana: guerre e povertà. Le grandi miserie dell'umanità sono tutte ben presenti alla coscienza di chi celebra con fede il Natale e racchiudono in sé le nostre povere miserie, anch'esse incrociate dal mistero della nascita del Bambino di Betlemme".