Attualità

Chiamata alle arti? Gli architetti se ne vanno

L'ordine degli architetti esce dal concorso di idee per le barriere antiterrorismo del Comune. "Nessun confronto né tutela del diritto di autore"

La "chiamata alle arti" contro il terrorismo poteva essere una buona idea. Anzi, lo è pure per gli architetti fiorentini, ma le condizioni di lavoro non sono quelle sperate e allora tanto vale salutare. La 'chiamata' è il concorso di idee bandito dal Comune per trovare soluzioni contro gli attacchi terroristici che rispettino canoni estetici rispettosi del tessuto urbano e che in definitiva siano opere d'arte anziché cazzotti nell'occhio. Un principio di base che l'Ordine degli architetti di Firenze, in una nota, spiega di condividere, prendendo però atto che il coinvolgimento dello stesso Ordine e del Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze "non sia andato oltre la comunicazione iniziale del documento". Da qui la decisione di abbandonare l'iniziativa

“L'assenza di confronto in merito ai contenuti del bando, e la relativa formulazione, non ci permette di aderire al prosieguo dell'iniziativa", si legge in una nota. Il problema di fondo è che da una parte la forma scelta della 'chiamata alle arti' "è comunque come una prestazione intellettuale alla quale, nel caso specifico, non viene corrisposto alcun riconoscimento" e dall'altra che non viene presa in considerazione "alcuna forma di tutela del diritto di autore e proprietà intellettuale dei progetti selezionati e non selezionati, come se si volesse passare il messaggio che alle idee, e al lavoro progettuale, non si debba riconoscere alcun valore"

“Ci auspicavamo che questa occasione potesse diventare un primo passo per poter parlare di Architettura con il Comune di Firenze – spiega la presidente dell'Ordine degli Architetti di Firenze Serena Biancalani – diventando una concreta opportunità per mettere a punto studi sull'arredo urbano utili alla sicurezza ma anche mirati a risolvere criticità dello spazio cittadino, nel rispetto dell’identità storico-culturale ma anche civica e sociale della città di Firenze”.