Attualità

Bianchi, l'addio senza lacrime delle opposizioni

Commiato con affondo da parte delle forze di opposizione in Consiglio comunale dopo le dimissioni del sovrintendente al Maggio Musicale

Le dimissioni di Francesco Bianchi, sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sono arrivate ieri sul tavolo del ministro alla cultura Dario Franceschini e del sindaco Dario Nardella, presidente della Fondazione

Una "irrevocabile decisione di lasciare l’incarico" che se da parte del sindaco è stata salutata con il ringraziamento "per la quantità e la qualità del’impegno costantemente profuso e per gli importanti risultati da lui raggiunti", dall'altra ha destato una reazione opposta nelle forze di opposizione. I capigruppo Cellai di Forza Italia, Grassi di Firenze Riparte a Sinistra-Sinistra Italiana, Scaletti di La Firenze Viva, Torselli di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e Amato di Alternativa Libera si sono espressi con una dura nota in cui si legge: "Dopo la Colombo il secondo sovrintendente dell''era renziana fa le valigie. Saranno in pochissimi a rimpiangerlo. Noi senz'altro non ne sentiremo la mancanza. Lo abbiamo detto con ogni tono e in ogni sede". 

"L'uomo solo contro tutti - aggiungono le opposizioni - con l'arroganza di chi pensava di non dover render conto a nessuno aveva discusso con il mondo intero: dai supercommissari (Poletti e Sole), alle sigle sindacali, dalle opposizioni politiche ai lavoratori, dal Maestro Mehta alle masse artistiche. Colui che dopo decenni di storia aveva cambiato il nome del Maggio musicale in Opera di Firenze rendendo irriconoscibile la Fondazione Lirico Sinfonica di Firenze, colui che aveva provato a liquidare Zubin Mehta dicendo che serviva un nuovo direttore per il teatro esce di scena. Già era nell'aria dopo che le commissioni cultura e controllo avevano pochi giorni fa approvato all'unanimità una mozione che invitava il consiglio di indirizzo del Maggio musicale e il governo a scegliere non più solo un uomo di conti, ma un uomo di cultura come nuovo sovrintendente".

"Ma non sono stati solo i disastri di Bianchi sia relazionali che fattivi a determinarne la fuoriuscita - rincarano la dose i capigruppo - dal 2014 le occasioni sarebbero state innumerevoli. Sarebbe bastata l'offesa al maestro Mehta, o la gaffe del teatro Goldoni o ancora la mancanza di rispetto di Bianchi verso il compositore Fabio Vacchi, per rimanere su temi culturali, o l''impossibilità ad accedere a qualsiasi atto della fondazione. Il tempismo non è casuale: sarebbe ingenuo pensare che finalmente, dopo 3 anni, il Sindaco Nardella, presidente della Fondazione abbia deciso di allontanare il renzianissimo Bianchi, voluto fortemente prima come commissario e poi come sovrintendente dall'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi per motivazioni solo tecniche. Le motivazioni sono chiaramente anche politiche".

Chiosa finale: "Noi siamo contenti che l'era Bianchi sia finita e auspichiamo un nuovo sovrintendente all'altezza della grande missione culturale di quello che a noi piace ancora chiamare il Maggio Musicale. Ringraziamo il Sindaco per questa decisione, anche se un po' tardiva".