Attualità

Belvedere, la partecipazione non s'ha da fare

Un matrimonio mancato tra Idra e l'Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione che ha detto no al Laboratorio Belvedere

L'Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione ha risposto negativamente alla richiesta di un Laboratorio sulla riqualificazione dell'ex Caserma di Costa San Giorgio, l'associazione Idra che aveva raccolto oltre 1.000 firme e davanti al rifiuto del Comune di Firenze aveva speso il nome dell'Autorità regionale quale giudice della contesa, ne è uscita delusa.

Gli sposi erano pronti ma le partecipazioni no, tutto si è consumato nel giro di poche ore con uno scambio di lettere. Questa partecipazione non s'ha da fare.

Ma ricostruiamo cosa è accaduto. L’Autorità ha vagliato il progetto preliminare definito “Laboratorio Belvedere”, ha verificato che fosse coerente con la legge regionale, lo ha dichiarato ammissibile e ha predisposto un supporto economico “in ragione della rilevanza dei temi affrontati e della loro corretta impostazione metodologica”. 

Il progetto, intanto, è stato accompagnato dalla raccolta di oltre 1000 firme, 677 residenti nell’Oltrarno, quasi il doppio del numero necessario. 

A quel punto le firme sono state depositate a Palazzo Vecchio con richieste di colloquio, in presenza o a distanza. Per settimane si sono susseguite sette lettere certificate, telefonate alle segreterie degli assessori e del sindaco ma senza nessun riscontro. Nel frattempo, i cittadini tenevano informata l’Autorità di tutto quello che accadeva.

Una risposta dal Comune di Firenze è arrivata con il rigetto dell’istanza dei 677 residenti. Atto firmato non da un assessore ma dal segretario generale.

L’Autorità a questo punto ha spedito ai cittadini una nota "L'Autorità non ritiene possibile, [… ], nell’attuale fase del procedimento, sospendere e rinviare ancora le decisioni che doverosamente l’Amministrazione comunale deve assumere in ragione del rilevante interesse pubblico connesso all’utilizzazione di una proprietà privata; lo svolgimento di una ulteriore fase di partecipazione risulta cioè incompatibile con le esigenze di corretto svolgimento del procedimento in corso”.

Idra si è detta "Fortemente delusa".

L'Autorità ha replicato "La legge sulla partecipazione è chiara e contiene un caposaldo senza il quale i processi partecipativi verrebbero meno: non si possono accogliere progetti definitivi presentati da cittadini, comitati o associazioni senza l’assenso dell’Ente coinvolto. Il progetto preliminare presentato da Idra era ben fatto tanto sul piano metodologico che dei contenuti, quindi “decisamente accoglibile”. Nel definitivo manca l’assenso del Comune di Firenze che rende impossibile l'accoglimento della domanda, come è stato spiegato proprio nel corso dell’incontro di inizio anno. Se l’Associazione ha fatto finta di non capire non può ritenersi, oggi, delusa”.

Idra ha concluso (per ora) lo scambio epistolare con una ironica lettera di scuse "Idra si scusa con questa Autorità: davvero l’associazione non aveva capito niente del funzionamento dello strumento regionale…!" ed ancora "Va bene la partecipazione se si tratta di decidere come e dove piantare alberi in una piazza ma vade retro Satana se la partecipazione viene richiesta su una trasformazione urbanistica che rischia di avere un impatto drammatico sulla vita di un intero quartiere". 

L'Associazione prosegue adesso su due fronti, da una parte la ricerca di un incontro con l'Autorità per chiarire quanto accaduto ed il ricorso al Difensore civico regionale sul rifiuto di Palazzo Vecchio e dall'altra l'organizzazione di eventi aperti al pubblico come Laboratorio popolare ed itinerante per far conoscere i dettagli della trasformazione urbanistica.