Cronaca

Fine corsa per la banda dei finti carabinieri

In un colpo solo hanno portato via a un imprenditore 40mila euro, gioielli e un lingotto d'argento. Mesi di indagini della polizia

Un uomo è finito in carcere e altri quattro ai domiciliari per la rapina messa a segno il 25 settembre 2018 in casa di un imprenditore a Sesto Fiorentino. Gli arrestati, uno fiorentino, gli altri napoletani tutti tra i 22 e i 43 anni, sono accusati di rapina aggravata, sostituzione di persona e possesso di segni distintivi contraffatti. 

Le indagini sono scattate dopo la denuncia dell'imprenditore che alla polizia ha detto di essere stato vittima di una finta perquisizione. Al suo rientro a casa, la sera del 25 settembre, fu infatti fermato da tre uomini che, muniti di paletta e di tesserino con la scritta 'carabinieri' ma in abiti civili, gli notificarono un atto di perquisizione poi risultato falso. I tre, tutti componenti della banda, entrarono nell'abitazione per uscirne con 40mila euro in contanti, un anello in oro e brillanti, gioielli vari e un lingotto d'argento. 

La polizia, attraverso le indagini, è riuscita a incastrarli grazie ai loro stessi errori di calcolo. La banda, infatti, non aveva fatto i conti con il sistema di videosorveglianza della casa dell'imprenditore: il tentativo di metterlo ko sradicando una telecamera notata nella fuga non è servito a nulla. Alle immagini registrate si sono aggiunti poi i loro spostamenti ricostruiti grazie ai cellulari e ai segnali gps delle auto noleggiate per il colpo. La polizia non ha tardato a capire che le auto si erano incontrate nell'area di servizio Bisenzio est per poi appostarsi vicino alla casa della vittima. 

L'uomo finito in carcere, di Acerra in provincia di Napoli, è considerato il capobanda. Il fiorentino era invece il basista incaricato di dare agli esecutori del colpo le dritte per trovare il bottino nella casa dell'imprenditore.