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"Assurdo ripartire dalla Tav nella fase Covid 2"

L'ipotesi di riaprire i cantieri ad iniziare dall'Alta Velocità con il sottoattraversamento di Firenze ha messo in allarme i comitati cittadini

Il Comitato No Tunnel di Firenze ha messo le mani avanti davanti ad una paventata ipotesi di riaprire i cantieri fiorentini per l'Alta Velocità per dare ossigeno all'edilizia nella fase post emergenziale. Nessun annuncio ufficiale, ma è bastato il profilarsi di proposte di semplificazione dell'apparato normativo degli appalti per mettere in agitazione i contrari della prima ora. Dello stesso avviso l'Associazione Idra che con Girolamo Dell'Olio ha reso noto di aver ricevuto da Infrarail Firenze Srl, società incaricata da Rfi di rivisitare il progetto di sottoattraversamento, "31 pagine di controdeduzioni che ci fanno esprimere qualche dubbio" sull'ipotesi di una ripartenza a breve termine.

Secondo i membri del Comitato No Tav fiorentino "Sarebbe di una gravità incredibile in questo momento. I problemi tecnici come sulle terre di scavo, ma non solo non sono risolti, ancora non risulta realizzato un progetto alternativo a quello esistente e tanto meno siamo in vista di una valutazione di impatto ambientale relativo allo stesso progetto, lascia basiti che si pensi ad una ripartenza dei lavori in mezzo ad una crisi sanitaria che prospetta anche una crisi economica profondissima, con numeri agghiaccianti per il futuro".
Il Comitato si è poi detto "Incredulo alle dichiarazioni di alcune settimane fa di imprenditori delle grandi imprese di costruzione, sostenute follemente anche da personaggi dentro il governo, sulla necessità di rilanciare subito la realizzazione di grandi opere dalla dubbia utilità e dai costi enormi, addirittura ricorrendo al “modello Genova”, cioè alla totale deregolamentazione del settore. Le grandi opere inutili sono uno dei peggiori strumenti per il rilancio del paese, creano pochissima occupazione, cioè poca redistribuzione di ricchezza e vanno a gravare pesantemente su un debito pubblico che è un oggettivo problema. È davvero strabiliante che solo si pensi ad una politica economica del genere e non si seguano le indicazioni dei tanti che vedono nella riconversione economica ed ecologica l’unico futuro possibile per il paese e il pianeta. È da incoscienti auspicare ancora pacchi di cemento da imporre alla città per tutelare gli interessi e i profitti di pochi" hanno concluso i No Tav.