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"App per monitorarci e perché non un microchip?"

​La provocazione del vice presidente del Consiglio comunale fiorentino è contenuta in una lettera inviata al presidente dell'assemblea cittadina

Il dibattito in merito alla Applicazione pensata per monitorare i cittadini durante la seconda fase dell'epidemia Covid è entrato a Palazzo Vecchio con una provocazione lanciata dalla Lega al Partito Democratico con una lettera firmata dal vice presidente del Consiglio comunale ed indirizzata al presidente dell'assemblea fiorentina.

"Le limitazioni se da un lato sono necessarie al contenimento del Coronavirus, dall’altro lato creano crescenti preoccupazioni - così scrive il vice presidente Emanuele Cocollini della Lega al presidente Luca Milani - Anche perché esse, col susseguirsi dei decreti e dei giorni, sono andate a ledere fondamentali libertà garantite proprio dalla Costituzione nata attraverso la Resistenza. Stiamo infatti assistendo, con animo sempre più sgomento, alla nascita di una sorta di Stato totalitario che, in violazione di ogni diritto costituzionale, intende predisporre un controllo completo sulla vita degli individui, progettando addirittura apposite App, e perché no dei microchip, giacché ci siamo?! Per monitorare i movimenti dei cittadini. Una mostruosità etica e giuridica alla quale abbiamo il dovere - morale e politico - di opporci". "Il sacrosanto diritto alla salute non può esistere senza il primario diritto alla libertà, il cui rispetto fonda il patto costituzionale della Repubblica. La Resistenza, oggi, è - e deve essere - Resistenza al nascente Stato totalitario" conclude Cocollini nella lettera a stretto giro istituzionale tra vice e presidente del Consiglio comunale.