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All'alba perderò, il film sorpresa che vince tutto

Andrea Muzzi ha creduto fortemente nel progetto ed ha ricevuto 26 premi cinematografici totalizzando milioni di visualizzazioni su Prime Video

All'alba perderò è il film che il regista e attore toscano Andrea Muzzi ha dedicato ai perdenti, a coloro che si preparano per anni e non arrivano al traguardo, a quelli che assaporano la vittoria ma arrivano secondi, per ironia della sorte il film ha vinto tutto.

Oggi Andrea, classe 1967, afferma con orgoglio "La mia è una anomalia" perché una commedia è difficile che arrivi ad aggiudicarsi così tanti premi nei festival cinematografici.

Ma Andrea Muzzi ha creduto tanto nel progetto nato sul palcoscenico con uno spettacolo da tutto esaurito e che ha incontrato le difficoltà della pandemia, con il Covid che si è abbattuto sulla produzione e l'uscita della pellicola. Oggi il film su Prime Video ha totalizzato oltre 3 milioni di visualizzazioni.

Andrea Muzzi è Gregoretti, un regista-sceneggiatore di 50 anni che tenta da sempre di girare un film ma non riesce a suscitare l’interesse dei produttori. I ripetuti fallimenti lo portano ad uno stato depressivo, e lui sogna, sogna addirittura di vincere un Oscar del fallimento. Ricorda allora un compagno di scuola che in quinta elementare sotto dettatura riuscì a fare 24 errori in una sola parola ed è la scintilla per raccontare gli eroi delle sconfitte.

Andrea Muzzi è affiancato da Miriam Bardini, Paolo Calabresi, Michele Crestacci, Angela Finocchiaro, Enzo Ghinazzi, Daniele Marmi, Massimiliano Galligani, Giannicolò Pisaneschi, Alessandro Riccio.

All'alba perderò è una bella commedia ma è anche la storia di un riscatto sociale che spetta a chi partecipa quanto a chi vince.

Francesco Nuti in "Io, Chiara e lo scuro" in una scena diventata cult con Ricky Tognazzi diceva "C'è sempre qualcuno che vince ed è uno solo e altri 5 miliardi di bischeri pensavo di aver vinto solo per il fatto di avere partecipato...". 

Muzzi porta sul podio quei 5 miliardi di persone e regala loro l'autoironia della sconfitta, l'agra e dolce spensieratezza del secondo posto.