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Al Meyer la fantasia che sconfigge il dolore

I​mmaginare di avere un cappello magico che non fa sentire il dolore di una puntura, questa una delle tecniche usate all'ospedale pediatrico

Si tratta di tecniche di immaginazione guidata e di ipnosi usate  per aiutare i pazienti più piccoli ad affrontare esami diagnostici fastidiosi. 

Se ne parlerà nel corso del congresso nazionale della Società di anestesia e rianimazione neonatale e pediatrica, in programma giovedì 12 novembre nel capoluogo toscano. 

"Si tratta di pratiche che al Meyer utilizziamo da oltre 10 anni - ha spiegato Andrea Messeri, responsabile della terapia del dolore e cure palliative - adottiamo tecniche non farmacologiche di terapia del dolore, che vanno dall'approccio puramente ipnotico fino alla semplice distrazione per ridurre trauma e dolore in procedimenti come la puntura lombare, il prelievo di sangue, manovre dolorose in tutte le specialità dell'ospedale". 

Le tecniche di immaginazione guidata, per esempio quella di fare finta di essere un albero, vengono usate anche per aiutare i bimbi a sottoporsi alla risonanza magnetica, esame per il quale occorre stare fermi molto tempo.

"Utilizzo questo approccio per ridurre, laddove è possibile, il ricorso alle sedazioni - ha spiegato Maria Luisa Malafronte, anestesista del Meyer - Certo queste pratiche non riescono sempre in tutti i bambini, ma consentono comunque di instaurare un clima positivo e sereno per esami che possono essere fastidiosi perché costringono il piccolo a restare fermo per lungo tempo".