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Agli Uffizi la bozza di un'opera perduta negli Usa

Le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato il bozzetto di un dipinto ottocentesco del Sabatelli ritenuto perduto da molto tempo negli Stati Uniti

In occasione della ricorrenza del Giorno dell’Indipendenza americana, le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato il bozzetto di un dipinto ottocentesco ritenuto perduto da molto tempo negli Stati Uniti. 

Si tratta de La maga di Endor evoca davanti a Saul lo spettro di Samuele, realizzato nel 1841 dal pittore romantico Giuseppe Sabatelli: è il lavoro preparatorio per un quadro che il ricco latifondista Meredith Calhoun, in quegli anni in viaggio in Italia, comprò per la sua villa estiva a Huntsville, Alabama, o per quella invernale, a New Orleans, Louisiana. 

Il dipinto compiuto fu spedito in America: ad oggi risulta scomparso, così come altri due creati dal Sabatelli in quegli anni per lo stesso committente, raffiguranti Cornelia, madre dei Gracchi, e Torquato Tasso, che legge le sue poesie a Eleonora d’Este: di quest’ultimo gli Uffizi conservano disegni preparatori, mentre non resta alcuna traccia della Cornelia. 

Già a partire dai prossimi giorni La Maga di Endor verrà esposta nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. 

“L’acquisto del bozzetto - ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt - ci offre prova puntuale dell’interpretazione romantica del testo biblico, famoso in quegli anni anche grazie alla tragedia di Vittorio Alfieri dedicata al primo re di Israele (1782). Nel bozzetto, l’apparizione sovrannaturale del profeta in un’atmosfera drammatica, caratterizzata da un forte chiaroscuro e dalla riduzione della gamma cromatica a poche tinte brune ricordano il romanticismo inglese di Füssli e dei suoi seguaci: un’interpretazione stilistica che probabilmente incontrava i gusti del ricco proprietario di terreni e di schiavi nel profondo Sud degli Stati Uniti. Anche se il granduca Leopoldo II, detto ‘Canapone’, non riuscì a fermare la partenza del quadro per il Nuovo Mondo, il bozzetto originale, restituito ora alla collettività, presenta in modo efficacissimo il talento del Sabatelli, morto prematuramente a soli trent’anni, e documenta le preferenze artistiche dei primi collezionisti americani in viaggio per l’Italia in cerca di capolavori. Ma è anche un documento fondamentale delle relazioni artistiche tra Firenze e gli Stati Uniti nel primo Ottocento. Era questo il cruciale momento storico in cui la Toscana, dopo le riforme politiche e amministrative del granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena e nonostante alcuni tentativi di restaurazione sotto Ferdinando III, era diventata uno degli stati più moderni al mondo, con caratteri di democrazia che poterono ben servire all’America anche come glorioso esempio di buon governo”.