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Adesso le mascherine usa e getta fanno paura

L’osservatorio fiorentino sulla sostenibilità ha lanciato l'allarme rivolgendo a cittadini e istituzioni un appello ad usare mascherine lavabili

Le mascherine usa e getta oltre alle città rischiano di invadere spiagge e montagne durante l'estate, da qui parte l'appello della rete ambientale fiorentina a Comune di Firenze e Regione Toscana. Mentre sul territorio urbano i sindaci hanno mostrato il pugno duro annunciando controlli e sanzioni, nei luoghi di villeggiatura si rischia il danno ambientale.

L’osservatorio fiorentino sulla sostenibilità ha rivolto un appello a cittadini e istituzioni contro le mascherine usa e getta soprattutto in vista dell'estate "L’utilizzo diffuso di mascherine usa-e-getta composte da polimeri plastici sta determinando il rilascio nell’ambiente di enormi quantità di questi materiali" hanno spiegato gli ambientalisti che raggruppano anche le associazioni Legambiente, WWF e Libera.

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha stimato che l’Italia nell’anno in corso dovrà gestire un quantitativo di rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti compreso tra 150mila e 450mila tonnellate

"Si pensi a quale entità di rilascio di microplastiche nell’ambiente e nelle acque può comportare la circolazione di queste quantità di materiali plastici, con tutti i problemi sulla salute, anche umana, che le microplastiche possono comportare e che solo da poco sono in fase di studio. Inoltre, quante mascherine e guanti finiranno dispersi illecitamente nell’ambiente per l’incuria delle persone? Tutti vediamo già in questi giorni mascherine e guanti abbandonati sul selciato delle nostre città; cosa succederà alle nostre spiagge ed ai nostri mari con il continuo utilizzo dei prodotti monouso aggravato dalle necessità di utilizzo dei dispositivi di protezione?".

L'invito degli ambientalisti è ad usare "mascherine in comunità" che sul sito del Ministero della Salute sono così descritte “possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.

"La soluzione quindi per diminuire una parte del carico di plastiche e microplastiche nell’ambiente, in attesa di poter smettere di usare le mascherine, è quella di utilizzare mascherine lavabili, possibilmente in tessuti naturali, in ogni caso multistrato. Un’ulteriore prospettiva è stata da poco proposta dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile: una filiera tutta italiana consistente nella realizzazione di un filtro a membrana polimerica, interposta fra i due strati esterni di una maschera lavabile in tessuto, che soddisfa gli standard previsti e che, una volta conferito in appositi contenitori destinati a centri di raccolta e rigenerazione, può essere re-immesso in circolo come filtro rigenerato, chiudendo il ciclo in maniera virtuosa".

"La Regione Piemonte dall’inizio di Maggio sta distribuendo ai cittadini 5 milioni di mascherine lavabili, prodotte da tre ditte locali, previo apposito bando. Chiediamo al Comune di Firenze e alla Regione Toscana di muoversi nella stessa direzione. In sostituzione della distribuzione mensile per cittadino di decine di mascherine usa-e-getta vengano distribuite due mascherine lavabili a persona. In questo modo si ridurrebbe l’impatto sull’ambiente e allo stesso tempo si aiuterebbero sia i nostri laboratori artigiani, alcuni dei quali già stanno autonomamente producendo mascherine lavabili sia le medie e piccole imprese locali in questo momento di forte difficoltà economica" hanno concluso dall'Osservatorio.