Attualità

La notte dell'acqua di San Giovanni

Tanti i fiorentini che hanno riscoperto l'antico rito condividendolo e proponendolo sui social alla vigilia della festa patronale di San Giovanni

Il rito della preparazione dell'acqua di San Giovanni ha riunito i fiorentini portandoli indietro nel tempo e trasformando il capoluogo toscano, città metropolitana e culla dell'arte per antonomasia, in un piccolo borgo antico.

Tante le bacinelle ripiene di acqua e fiori di campo fotografate dopo il tramonto e durante la notte per essere condivise nella notte del santo patrono. 

A raccontare l'antico rito di purificazione è stata anche la seguitissima guida turistica fiorentina, Alessandra Camposano

"Nei tempi antichi - ricorda Alessandra - si pensava che la notte tra il 23 ed il 24 Giugno fosse magica poiché legata al solstizio d’estate. Era usanza prepararsi ad una rinascita in cui il Sole e la Luna, si incontravano. Da qui i riti dei falò e della rugiada. Una notte in cui i fiori raccoglievano l'energia dalla rugiada da usare per lavarsi al mattino".

"Per preparare l’acqua di San Giovanni durante la vigilia si prepara una misticanza di fiori di campo come papaveri, rose, fiordalisi, menta, iperico, sambuco, lavanda, camomilla, basilico, salvia, rosmarino... da metterle a bagno in un contenitore di coccio, legno, vetro o ceramica pieno di acqua da lasciare fuori tutta la notte. Al mattino l’acqua viene usata per purificare il corpo e propiziare una nuova stagione". 

Molti i fiorentini che dopo aver commentato le immagini dei fiori sospesi sull'acqua hanno ricordato le nonne ed hanno deciso di recuperare l'antica usanza.