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"Su Acea 2.0 nessuna trasparenza da Publiacqua"

Ultimatum all'azienda dei consiglieri Grassi e Noferi dopo le numerose richieste di accesso agli atti della nuova piattaforma informatica

I consiglieri comunali Tommaso Grassi di Firenze riparte a sinistra e Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle aspettano da luglio di accedere al contratto stipulato tra Publiacqua e il socio Acea per la creazione della piattaforma informatica Acea 2.0 che a breve gestirà dati e interventi sulla rete idrica servita dall'azienda toscana a Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo. Un silenzio durato quattro mesi a cui è seguito un nuovo sollecito dei due consiglieri. Solo a novembre Publiacqua ha detto di aver chiesto ad Acea l'autorizzazione a mostrare gli atti e di avere bisogno di un altro mese per il via libera. Mosse che Grassi e Noferi denunciano come mancanze di trasparenza su un'operazione costata sette milioni.

“Da luglio scorso abbiamo richiesto ufficialmente in maniera distinta tra i due gruppi per avere la copia del contratto di Acea 2.0, il nuovo sistema informatico che gestirà dati, pratiche e interventi della società Publiacqua e che vede un costo a carico della società tra i 6 e i 7 milioni di euro che peseranno sulle bollette della cittadinanza fiorentina - ha detto Grassi - Proprio in questi giorni parte il nuovo sistema aziendale, ma ci è stato impossibile avere i documenti per mille cavilli posti dagli uffici fino all’ultimo pretesto: la lettera ad Acea che dovrebbe autorizzare la consegna dei documenti a Consiglieri che rappresentano il Comune di Firenze. Da luglio ad oggi sarebbe stato possibile chiedere ad Acea senza perdere invano quattro mesi di tempo. Sarà ostruzionismo o è sola incapacità organizzativa?”.

"Ringraziamo gli uffici per aver comunque voluto spiegarci gli elementi salienti ma leggere i documenti è ben diverso che farseli raccontare: conoscendo quanti problemi siano stati creati dal WFM al personale non stiamo affatto sereni - ha aggiunto Noferi - fino a quando non potremo constatare che non ci saranno problemi riguardo al patrimonio di dati e conoscenze che verranno riversate da Publiacqua sul sistema di Acea 2.0 riteniamo che ci sia ben poco da stare sereni. Abbiamo comunque deciso di aspettare i tempi per la risposta da parte di ACEA, che se non positiva sarebbe molto grave in quanto minerebbe i rapporti tra soci: trascorsi quindi i 30 giorni dalla lettera di Publiacqua ai contro interessati pretenderemo di avere le copie”.

Se da Acea alla fine non arrivasse l'autorizzazione a mostrare i documenti richiesti, per i consiglieri Grassi e Noferi il passo successivo, ha detto la consigliera, potrebbe essere solo il ricorso al Tar.

La battaglia è solo all'inizio e i consiglieri ora si dicono pronti a tornare a bussare alla porta di Publiacqua.