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Per comprarsi un bar fanno fallire tre società

Tre persone sono state arrestate dalle fiamme gialle per bancarotta patrimoniale: con un sistema di scatole cinesi riuscivano a non pagare le tasse

Il bar, una pasticceria del valore di 1,3 milioni che si trova nella periferia della città, veniva acquistato da società intestate a prestanome che di volta in volta venivano svuotate dei beni e fatte fallire in modo da non pagare i debiti contratti con i fornitori e con l'erario. 

Questo per lo meno secondo le accuse mosse dal pubblico ministero Christine Von Borries nei confronti di tre persone. Accuse che hanno convinto il gip David Monti a disporre per loro la custodia cautelare ai domiciliari. 

Secondo le accuse, le società costituite e intestate a prestanome venivano di volta in volta svuotate dei beni e fatte fallire per non pagare i debiti con i fornitori con l'erario. 

Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Firenze, Siena e Bari. 

Gli arrestati, secondo quanto spiegato dalla guardia di finanza in una nota, avrebbero "posto in essere condotte fraudolente che hanno portato ad una serie di cessioni a catena e poi di fallimenti di due società", tutte riconducibili al bar, che è stato sequestrato. 

La condotta criminosa consisteva nella "costituzione di scatole societarie", che "acquisivano il bar per mezzo di operazioni commerciali fittizie quali locazioni dell'immobile e del ramo d'azienda".