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E il battistero si illumina di blu

"Occhi sul diabete" è lo slogan della campagna promossa da Diabete Italia Onlus in occasione della Giornata mondiale dedicata a questa malattia

Oggi in Italia vivono più di 3,5 milioni di persone con diabete diagnosticato di cui oltre il 90 per cento di tipo 2, a cui si aggiunge 1 milione di persone con diabete tipo 2 non diagnosticato e 3,6 milioni di persone con una alterazione dei valori della glicemia tali da configurare un alto rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. In pratica oggi oltre il 10 per cento della popolazione italiana ha difficoltà a mantenere sotto controllo la glicemia. E nel 2030 si prevede che le persone diagnosticate con diabete saranno 5 milioni.

Il 14 novembre si celebra così la Giornata Mondiale del Diabete 201 istituita nel 1991 dall'International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. 

In Italia viene organizzata dal 2002 da Diabete Italia Onlus per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete, la sua prevenzione e gestione. E per l'occasione moltissime città hanno deciso di colorare con luci blu alcuni dei loro monumenti più famosi, come, a Firenze, il battistero di San Giovanni del complesso del Duomo.

Ogni anno il diabete di tipo 1 registra un aumento di oltre il 3 per cento dei casi, con una progressiva diminuzione dell’età della diagnosi. E ciò avviene anche in Toscana.

“Ogni anno – spiega Sonia Toni, responsabile del Centro regionale di Diabetologia pediatrica del Meyer – in Toscana ci sono circa cento nuovi casi di diabete di tipo 1 in età pediatrica. Per questi bambini e le loro famiglie, spesso, si tratta di una realtà difficile da accettare. Ma con il diabete si può vivere bene, basta conoscerlo e imparare a gestirlo. E non ci stanchiamo mai di ripetere che arrivare a una diagnosi precoce è fondamentale: ci sono segnali, nei bambini, che genitori e pediatri non devono sottovalutare”. Anche il diabete di tipo 2 sta conoscendo un aumento esponenziale: “Per combattere questa patologia abbiamo due armi a disposizione – ricorda Sonia Toni – un’alimentazione corretta e uno stile di vita attivo, non sedentario”.