Cronaca

Morte di Duccio Dini, scarcerati altri tre rom

Arresti domiciliari e non più il carcere per tre dei nomadi arrestati per aver causato la morte di Duccio Dini durante un inseguimento in auto

Sono agli arresti domiciliari, e non più in carcere, i tre nomadi arrestati per aver causato il 10 giugno 2018, durante un inseguimento in auto per un regolamento di conti, la morte di Duccio Dini, il 29enne fiorentino travolto e ucciso mentre era fermo in scooter a un semaforo rosso. 

A due di loro è stato applicato il braccialetto elettronico. Lo ha stabilito il tribunale del riesame di Firenze. I tre sono stati scarcerati con decisioni diverse e devono rimanere presso la loro rispettiva dimora: sono Remzi Amet di 65 anni, Antonio Mustafa di 44, Remzi Mustafa di 20. Per il riesame, considerato il periodo trascorso in carcere e che sono accusati di omicidio per dolo eventuale, la misura dei domiciliari è idonea al rispetto delle esigenze cautelari.

Sono in tutto sei i nomadi accusati di omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale per la morte di Duccio Dini e di tentato omicidio del loro parente Bajram Rufat, l'uomo che veniva inseguito per uno sgarro fra parenti. 

A questo punto in carcere rimane solo Dehran Mustafa, 36 anni, mentre ai domiciliari ci sono sempre Emin Gani, 27 anni e Kole Amet, 39 anni.  Il prossimo 26 febbraio è fissata un''udienza dal gip per unincidente probatorio.