Arte

Donatello e Verrocchio, i capolavori ritrovati

Due sculture della collezione Silverman, entrambe in terracotta e attribuite una a Donatello l'altra a Verrocchio, in mostra al Nuovo Museo dell'Opera

Il San Lorenzo, busto in terracotta riconosciuto come opera di Donatello, e un rilievo attribuito al Verrocchio con la Decollazione di San Giovanni Battista a cui forse lavorò anche Leonardo Da Vinci, fanno mostra di sé in un'esposizione temporanea al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.

La scoperta che il busto di terracotta raffigurante San Lorenzo si deve allo studioso ed esperto di Donatello Francesco Caglioti e anche la ricostruzione della sua vicenda. Ideato e modellato da Donatello intorno al 1440, il busto era destinato al timpano della pieve a Borgo San Lorenzo. Per secoli l'opera è rimasta sul portale della chiesa fino a che nel 1888 l'antiquario Stefano Bardini riuscirà ad acquistarla sostituendola con una copia, poi l'anno successivo fu venduta dallo stesso antiquario al principe Giovanni II di Liechtestein che lo terrà al palazzo  di famiglia a Vienna. Gli eredi del principe metteranno all'asta il busto come opera ottocentesca ed a acquistarla saranno i coniuigi Sileverman, collezionisti. Rimossa la ridipintura ottocentesca arrivò con grande stupore l'attribuzione a Donatello.

In mostra c'è poi il rilievo in terracotta con decollazione del Battista attribuito al Verrocchio, posto in collegamento con un'opera simbolo del patrimonio del Museo dell'Opera del Duomo, l'altare d'argento, realizzato tra il 1366-1483 per il Battistero di Firenze, da più artisti, tra cui, il Verrocchio stesso e Antonio del Pollaiolo. 

L'esposizione offre l'occasione di confrontarli per capire se il rilievo Silverman sia uno dei modelli preparatori della scena con Decollazione del Battista sull'altare in argento. All'inaugurazione hanno preso parte il cardinale Giuseppe Betori, il presidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore Franco Lucchesi, il direttore del Museo Timothy Verdon, il direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci Alessandro Vezzosi, lo storico dell''arte Francesco Caglioti e i collezionisti Peter e Kathleen Silverman.