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Covid, in crisi 1800 operatori sociali a Firenze

La Cgil ha lanciato l'allarme dopo aver stimato gli operatori delle cooperative sociali coinvolti nella crisi economica dovuta all'emergenza sanitaria

Nella Città Metropolitana di Firenze ci sarebbero 1800 lavoratori coinvolti dalle sospensioni dei servizi secondo una stima della Fp Cgil Firenze che ha lanciato un allarme per la crisi economica derivata dall'interruzione dei servizi. "Occorre ancora di più che le amministrazioni pubbliche riattivino i servizi rimodulandoli con interventi a distanza" è quanto chiede la Fp Cgil Firenze.

"Le misure di contenimento del Covid-19 hanno determinato dall’inizio del mese di marzo la sospensione di molti servizi gestiti da cooperative sociali: asili nido, suole dell’infanzia, servizi educativi scolastici, pre e post scuola, centri diurni per disabili e anziani. Tutti servizi pubblici, appaltati o in convenzione da Comuni, Società della Salute o Usl Toscana Centro" ha spiegato il sindacato. 

"Fin da subito abbiamo chiesto salvaguardia delle retribuzioni per tutti i lavoratori coinvolti, sottoscrivendo un accordo regionale quadro sul Fondo d’Integrazione Salariale (FIS) e chiedendo alle amministrazioni di sostenere i lavoratori di questi servizi. Occorre, quindi, che le cooperative sociali anticipino il trattamento ordinario di integrazione salariale, anche se con il decreto “Cura Italia” il Governo ha modificato le regole per accedere agli ammortizzatori sociali, permettendo ai datori di lavoro di richiedere all’INPS il pagamento diretto delle prestazioni ai propri lavoratori del trattamento ordinario di integrazione salariale, e senza l’obbligo di accordo sindacale. Ma occorre ancora di più che le amministrazioni pubbliche riattivino i servizi rimodulandoli con interventi a distanza. Questa nostra richiesta è motivata anche dal fatto che le amministrazioni appaltanti sono autorizzate proprio dal DL “Cura Italia” al pagamento dei gestori privati dei servizi sospesi, di quanto previsto dai bilanci preventivi per sostenere l’utenza mediante servizi riorganizzati e per salvaguardare il reddito dei lavoratori. Bisogna che ognuno faccia la propria parte per non lasciare soli questi lavoratori che a emergenza finita, con il proprio lavoro, saranno fondamentali per la ripresa del paese" conclude la nota sindacale.