Lavoro

Cobas Ataf, flash mob contro il prefetto

Al centro della protesta la decisione del prefetto Varratta ricorrere in appello contro i ricorsi vinti dagli autisti Ataf dopo uno sciopero del 2013

La vicenda risale al 6 dicembre 2013 quando, in occasione di uno sciopero, alcune centinaia di lavoratori non rispettarono le fasce di garanzie previste dalla legge nonostante la precettazione disposta dal prefetto. Per 524 autisti dell'Ataf scattarono così sanzioni da 600 euro ciascuna che in gran parte furono impugnate dai destinatari davanti al giudice di pace.

Le successive sentenze hanno avuto, secondo i dati diffusi dalla Prefettura in una nota, esiti diversi: 65 favorevoli alla prefettura, circa 120 contrarie, oltre 150 cause ancora pendenti.

"A tutt'oggi sono stati quasi 200 i ricorsi vinti perchè la precettazione non fu notificata correttamente, con conseguente annullamento delle multe - ha invece dichiarato Alessandro Nannini dei Cobas Ataf - Ora stiamo cercando di fermare i ricorsi in appello del prefetto".

I Cobas ritengono che sia le multe che la decisione del prefetto di Firenze di impugnarle siano di natura 'politica'.

"Altri lavoratori che a Genova, Pisa o Livorno scioperarono come noi non furono multati - sottolinea Nannini - L'appello del prefetto costerà migliaia di euro di soldi pubblici, Serviranno almeno 200 euro per ognuna delle multe annullate. In tutto circa 40mila euro che verranno sperperati per una ripicca. Forse sarebbe meglio spenderli per migliorare il trasporto pubblico locale".

"Abbiamo sanzionato chi per ben due giorni ha violato la legge, scioperando in modo illecito e lasciando a piedi migliaia di persone che avevano il diritto di usare il trasporto pubblico, che fra l'altro è finanziato con i biglietti, gli abbonamenti e le tasse dei contribuenti - ha replicato il prefetto Luigi Varratta - Oggi difendiamo in giudizio quelle sanzioni per impedire che queste situazioni accadano di nuovo".

"Le sanzioni erano obbligatorie - ha continuato Varratta - La legalità non può essere solo un argomento retorico che si
dimentica quando fa comodo. I tentativi di ripristinare la legalità furono vani". "Le sentenze si rispettano e non si commentano - ha concluso il prefetto - Cittadini e pubbliche amministrazioni possono proporre appello, come consente la legge. Mi sorprende che si protesti contro la decisone di rivolgersi a un giudice. Andiamo avanti con determinazione, convinti di agire nel rispetto della legge e a tutela dei diritti dei cittadini".