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Casa a Firenze, in periferia, grande e in classe A

Le restrizioni della pandemia e la crisi energetica hanno cambiato il mercato immobiliare, parola degli agenti immobiliari di Confartigianato Firenze

La pandemia ha cambiato le carte del mercato immobiliare anche in Toscana e persino nella città d'arte di Firenze dove i fiorentini sentono oggi la necessità di uscire dall'area Unesco non per la movida molesta o la mancanza di parcheggio ma per avere semplicemente case più grandi, balconi, terrazze e giardini, parola di Confai.

Gli agenti immobiliari di Confartigianato Firenze hanno analizzato i dati del terzo trimestre dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare e spiegano che nel capoluogo "Si cercano immobili di metratura tra 85 e 115 metri quadrati soprattutto nelle periferie dove si possono trovare immobili con giardino, terrazza e quei metri in più che abbiamo imparato ad apprezzare. Il mercato è comunque dinamico: nell’ultimo anno abbiamo compravenduto per circa 60 milioni” spiega Stefano Marchetti, presidente di Confai, la categoria degli agenti immobiliari di Confartigianato Firenze. 

Conferme nel quadro urbanistico di Firenze si possono trovare nella rete del tram urbano che guarda da tempo alle stensioni oltre che su Scandicci, verso Bagno a Ripoli e il Chianti e verso Campi Bisenzio e Prato. Il Mugello sembra essere una meta ambita ma ancora distante.

Anche la crisi energetica ha inciso sul mercato delle compravendite “L’efficienza energetica ancora non condiziona troppo la scelta di una casa ma è un plus che inizia a incidere  alla luce della direttiva europea per le case green. C’è una sempre maggior attenzione da parte degli acquirenti al risparmio in bolletta e alla riduzione delle dispersioni. Una casa di circa 100 metri quadri ed efficientata nel Centro Italia – spiega citando dati di Immobiliare.it – consuma in media di gas 700euro all’anno contro gli oltre 1000 di una non efficientata”.

“Il problema è che le case efficientate sono ancora molto rare: quelle di classe A sono difficili da trovare, sono appena il 10% del patrimonio italiano, anche perché spesso sono solo di nuova costruzione, quelle dalla classe E in giù sono, invece, la stragrande maggioranza. Ancor più rare quelle di fascia media, dalla B alla D. La vera incognita sulla direttiva per le case green è sapere se ci saranno restrizioni alle compravendite o addirittura sanzioni. Le persone sono disposte ad affrontare lavori con l’obiettivo di stare meglio, di vedere il valore dell’immobile crescere e di risparmiare ma hanno bisogno della copertura che solo gli incentivi statali possono dare”.