Cronaca

Bocciato il modello Firenze anti-prostituzione

Il Tribunale di Firenze ha assolto i clienti che erano stati fermati dalla polizia municipale a seguito dell'ordinanza emanata da Palazzo Vecchio

L'ordinanza emanata dal sindaco di Firenze nel 2017 per contrastare il fenomeno della prostituzione in strada è stata bocciata dal Tribunale di Firenze che ha assolto alcuni clienti colti in flagranza dalla polizia municipale sulle strade urbane. Gli imputati giudicati a Firenze sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

Secondo il giudice l'ordinanza emessa per la durata di sei mesi, a partire dal settembre 2017, non avrebbe presentato i requisiti necessari per essere valida ed efficace. Sempre secondo il giudice, infatti, sarebbe mancato il requisito della "indifferibile urgenza" e l'ordinanza sarebbe stata in contrasto con la normativa nazionale che vieta solo lo sfruttamento mentre non vieta a nessun individuo di prostituirsi.

L’ordinanza anti-prostituzione firmata da Dario Nardella ha avuto eco a livello nazionale e Nardella aveva lanciato anche un appello perché l’ordinanza venisse estesa a tutti i comuni della Città Metropolitana di Firenze. 

L'ordinanza contingibile e urgente prevedeva l'arresto fino a 3 mesi o una ammenda fino a 206 euro a carico dei clienti delle prostitute istituendo il divieto di chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento, senza la necessaria consumazione dell’atto. La denuncia per il cliente sarebbe scattata in base all'articolo 650 del codice penale per violazione di una ordinanza delle autorità.

Il sindaco aveva spiegato "Grazie al nuovo decreto sulla sicurezza di Minniti, convertito in legge, le città hanno uno strumento concreto per contribuire alla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione. Spero che Firenze possa essere un buon esempio per tutto il Paese per una battaglia di civiltà prima ancora che di legalità”.