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Astrofisici a caccia di forme di vita

Il team di ricerca dell’Osservatorio di Arcetri alle porte di Firenze, porta avanti la ricerca di possibili forme di vita sugli altri pianeti

Nel sevizio di Maurizio Menicucci per TGR Leonardo, l’approfondimento a carattere scientifico del Tg3, i ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica di Arcetri fanno il punto di quanto sta rilevando Rover Perseverance, il robot la cui missione si concentra sull’analisi della superficie marziana in cerca di tracce di vita microbica preservate sulle rocce che hanno formato l'ambiente marziano in epoca antica. Il ricercatore John Brucato e gli altri studiosi del centro stanno però portando avanti uno studio finalizzato a intercettare possibili inneschi di vita anche su altri pianeti.

“Lo spazio che sta tra i pianeti è denso di asteroidi che sono il mezzo più probabile con cui la vita è arrivata sulla terra” racconta il ricercatore Giovanni Poggiali. “Poi queste molecole semplici, costituite da carbonio, idrogeno, ossigeno vengono irraggiate, riscaldate e si osserva se danno origine a molecole più complesse da cui possa originare una forma di vita” spiega Maria Angela Corazzi. Però non tutti i pianeti sono adatti ad ospitare questo processo. Ad esempio Giove, trattandosi di un pianeta gassoso non potrebbe mai risultare idoneo alla vita così come la concepiamo sulla Terra. Su Venere, invece, in alta atmosfera, dove la temperatura è intorno ai 40-50°C potrebbero sopravvivere alcuni microorganismi e su Europa, una delle lune di Giove che alterna una coltre di ghiaccio, a un oceano nel mezzo e un nucleo roccioso attivo, si potrebbe garantire quel calore necessario allo sviluppo dell’esistenza.

Purtroppo la maggior parte dei pianeti somiglia a Giove e quindi non risultano vivibili ma la ricerca continua. La sonda ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) partirà l’anno prossimo per Marte nella speranza di rinvenire forme di vita ancora attive.