Ha un rimpianto molto preciso la moglie del presidente del consiglio, Agnese Landini, insegnante di italiano precaria in forza lo scorso anno all'Istituto Balducci di Pontassieve.
Il rimpianto di non essere mai stata in cattedra il primo giorno di scuola e aver potuto vedere in faccia i suoi ragazzi appena arrivati nella loro nuova scuola. "Mi piacerebbe almeno una volta - ha detto Agnese Renzi - fare il primo giorno di scuola con gli studenti in classe: non l'ho mai fatto. Deve essere bello accogliere gli studenti in classe".
Un desiderio che non verrà esaudito nemmeno quest'anno, però. Non essendo rientrata nei circa 2.300 insegnanti stabilizzati nella fase A del piano assunzioni contenuto nel ddl Buona scuola, Agnese Landini è stata costretta a mettersi in fila come lo scorso anno con altri 400 colleghi delle scuole medie superiori per vedersi assegnare una supplenza. "Dove andrò? Ancora non lo so - ha detto ai cronisti - dipende dalle scelte dei colleghi che mi precedono".
Quello che però sa con certezza è che il rito dell'assegnazione delle cattedre va rivisto. "Spero che questo rito penoso finisca, è umiliante - ha detto -. Non siamo qui a chiedere l'elemosina, siamo professionisti".